Luca Astolfi, responsabile del servizio civile per la Caritas diocesana di Torino e referente regionale, risponde alla nostre 4 domande.
1. Cosa manterresti del servizio civile nazionale di oggi?
Manterrei la sua origine, ovvero la tradizione della scelta di servizio nonviolento come difesa della Patria. Certo, non è più un’obiezione di coscienza, ma sempre una scelta di pace.
2. Cosa invece cambieresti subito?
Sicuramente la fisionomia paralavorativa che va assumendo sempre più. IL SCN dovrebbe essere un progetto a disposizione dei giovani e sta diventando invece i giovani a disposizione del progetto, anzi di tanti progetti lavorativi. Enti locali, comuni e anche enti storici di SCN sono preoccupati di accaparrarsi giovani molto più che di fornire un’esperienza in linea con la legge.
3. Quale idea nuova vorresti lanciare per il servizio civile?
Sembrerò immodesto ma noi a Torino con il Progetto VO.CI., in cui il teatro, la radio e i racconti di un libro parlano di SCN, credo che abbiamo indicato una strada che andrebbe imboccata da Caritas Italiana e da tanti altri. Il nostro slogan “Tutte le scelte cambiano la vita, qualcuna la migliora” riassume bene questo lo spirito della Caritas che dovrebbe cercare sempre di distinguere il proprio progetto di SCN da quello di altri, e per fare questo occorre anche creare una cultura del servizio civile e penso che VO.CI. sia stato e possa ancora essere una via da perseguire per la Caritas.
4. Consiglia un libro che non può mancare nella “biblioteca” ideale del giovane in servizio civile?
Sicuramente il testo che da anni ritengo capace di cogliere nel segno è “Più leggero non basta” di Federico Starnone (da non confondere con Domenico Starnone). Un gioiellino di libro in cui viene descritta la maturazione di un obiettore di coscienza verso una consapevolezza del proprio ruolo. Unico problema è la reperibilità, dato che è fuori catalogo.
In alternativa suggerisco allora “Registro di classe” di Sandro Onofri, ed. Einaudi, il diario di un professore (ahimè, scomparso improvvisamente) che capisce i drammi dei suoi allievi e si batte perché imparino ad essere liberi.
In ogni caso, in sottofondo, sempre “L’obbedienza non è più una virtù” di don Lorenzo Milani. Non è un libro, ma aiuta a leggere questi libri (e molti altri).