Paola De Lena, che ha svolto il servizio civile in un progetto nazionale dell’Azione Cattolica Italiana nel 2005, risponde alla nostre 4 domande.
1. Cosa manterresti del servizio civile nazionale di oggi?
Del Servizio Civile di oggi manterrei la centralità del gruppo dei volontari come strumento primo di formazione: vivere il proprio servizio insieme, condividere le esperienze quotidiane e su di esse confrontarsi è sicuramente il modo per rendere l’intera esperienza di servizio più arricchente sia per il singolo che per il progetto stesso.
2. Cosa invece cambieresti subito?
Cambierei le modalità di accesso e di finanziamento per fare in modo che un numero maggiore di giovani, sempre più motivato e interessato, possa vivere questa esperienza.
3. Quale idea nuova vorresti lanciare per il servizio civile?
Credo ci sia l’esigenza di una formazione rinnovata, non tanto nei contenuti quanto nei metodi: è necessarioche la formazione non rimanga un semplice passaggio di nozioni, ma parli alla vita facendo poi scaturire nuove domande sul senso di quello che si sta facendo e, più in generale, sulle cause che stanno dietro ai problemi (povertà, disagio etc.) con cui il Servizio Civile mette a contatto.
4. Consiglia un libro che non può mancare nella “biblioteca” ideale del giovane in servizio civile?
Nella mia esperienza di Servizio Civile un libro che ha avuto particolare importanza è stato “Il piccolo principe” di Antoine de Saint Exupèry. Nonostante l’avessi già letto diverse volte in quel contesto ha assunto particolare importanza ricordandomi alcuni atteggiamenti essenziali: la “curiosità” del piccolo principe che una volta che aveva fatto una domanda non la dimenticava mai, la responsabilità nei confronti della sua rosa, la cura delle relazioni interpersonali attraverso il rapporto di amicizia con la volpe sono tutte cose che mi hanno fatto riflettere sul come vivere il mio anno di Servizio Civile.