Libera, "Associazioni, nomi e numeri contro le mafie", per voce del suo presidente don Luigi Ciotti, ha lanciato un appello per il ritiro di un emendamento introdotto in Senato alla legge finanziaria, che prevede la vendita dei beni confiscati che non si riescono a destinare entro tre o sei mesi. «E' facile immaginare – scrive don Ciotti -, grazie alle note capacità delle organizzazioni mafiose di mascherare la loro presenza, chi si farà avanti per comprare ville, case e terreni appartenuti ai boss e che rappresentavano altrettanti simboli del loro potere, costruito con la violenza, il sangue, i soprusi, fino all'intervento dello Stato». «Si rafforzi, piuttosto, – è la proposta di Libera – l'azione di chi indaga per individuare le ricchezze dei clan. S'introducano norme che facilitano il riutilizzo sociale dei beni e venga data concreta attuazione alla norma che stabilisce la confisca di beni ai corrotti. E vengano destinate innanzitutto ai familiari delle vittime di mafia e ai testimoni di giustizia i soldi e le risorse finanziarie sottratte alle mafie. Ma non vendiamo quei beni confiscati che rappresentano il segno del riscatto di un'Italia civile, onesta e coraggiosa. Perché quei beni sono davvero tutti "cosa nostra"».