Gaia Trunfio è vice presidente dell'Associazione Studenti Napoletani Contro La Camorra e da due anni anche una giovane formatrice di Servizio Civile Nazionale. Il suo lavoro le ha permesso di incontrare in questi anni centinaia di coetanei italiani, che saluta con questa testimonianza…
A tutti i volontari che hanno seguito la formazione con me… con affetto..
Io so com'è la mia generazione. So cosa vuol dire avere vent'anni e sentirsi la vita addosso, essere curiosi e spaventati del futuro, accomodanti e disinteressati, appassionati e vivi. I “miei” ragazzi in questi mesi me l'hanno insegnato. Ogni giorno con loro, ogni giorno con le loro storie, le loro vite e la loro allegria.
La mia generazione non è piena di santi, poeti, né di eroi. Ma è piena di vite semplici che fanno la differenza. La mia generazione somiglia ad un bosco di vegetazione spontanea. Abituata a non chiedere e non pretendere cresce a volte indifferente senza bisogno di nulla. Silenziosa. Incurante. Ma nei boschi trovi sempre quello che non ti aspetti. Arbusti alti che cercano la luce, che lottano per i sogni.
Ho visto ragazzi battersi con le unghie e con i denti per quello che volevano. E ho visto l'ammirazione negli occhi di quelli che non ci avevano mai provato. Nelle mie classi non ho mai visto la presunzione dell'ignoranza, la sfacciataggine dell'indolenza. Ho visto piuttosto persone fare i conti con la propria coscienza e con il proprio attivismo. E pentirsi della negatività del bilancio.
Con la mia generazione io ho parlato di patria, legalità, di etica e di impegno. E non eravamo in giacca e cravatta ad un noioso convegno. Perchè sappiamo stare fuori ad un bar e non parlare solo di calcio e reality, mantenendo la freschezza del confronto perchè non abbiamo paura del dibattito. Voglio ringraziare uno ad uno i miei compagni di viaggio, che si sono fidati di me, che hanno saputo leggere la mia voglia di fare, che si sono lasciati contagiare dal mio entusiasmo.
Nella mia esperienza da formatrice ho imparato che un ragazzo di Palermo e uno di Pordenone sono davvero diversi, ma condividono gli stessi sogni.,che un gruppo non si forma intorno ad un obiettivo, ma nella passione per raggiungerlo, che la pausa non è un momento di fuga,ma un ricaricarsi per ricominciare. Ci sono momenti,storie, volti e nomi che non dimenticherò mai,ci sono stati momenti difficili che mi hanno toccato nel profondo come persona e come formatrice. A chi ha saputo leggere il disagio come sfida e le difficoltà come opportunità va il mio più grande ringraziamento.
A chi si è risparmiato,nascosto, a chi conosce il tempo della protesta ma non quello della proposta, a chi ogni giorno cerca di evitare e di non fare, voglio dire che non sa quello che si perde. Penso che la vita sia un datore di lavoro davvero molto giusto, che ci da esattamente quanto chiediamo e quanto le diamo.
Mi sono commossa tante volte per quanto avete voluto condividere con me e con i miei anni.
Non credo che la mia generazione cambierà il mondo. Ma a me ha cambiato la mia vita. Per le risate, per la serietà, per l'impegno, per il rispetto, per l'attenzione, per l'umiltà,e per tutto quello a cui so oggi associare un'emozione ma non ancora una parola, GRAZIE.