Sindaco di Ercolano: più giovani per il servizio civile

Su “Il corriere del mezzogiorno” dello scorso 9 gennaio, è apparsa la proposta del sindaco di Ercolano, Nino Daniele, che in una lettera aperta al segretario del Pd Walter Veltroni, lancia un’idea per affrontare la crisi in corso: «Utilizziamo 600.000-800.000 giovani meridionali in un biennio per una grande mobilitazione nazionale attraverso il servizio civile».

E poi precisa: «Prendiamo il nostro capitale umano più prezioso: i giovani del Sud e mettiamoli a disposizione dei beni comuni e della solidarietà. Ogni ragazzo secondo la legge costerebbe 400 euro al mese. Comprendo i rischi e prevedo le obiezioni. Ma considero maggiori i vantaggi. Alcune leve di giovani donerebbero una parte del loro lavoro, per un tempo limitato, agli altri per conto della nostra Repubblica, con dignità e attraverso una grande esperienza di vita e di formazione. Si alleggerirebbe in loro il cruccio e l’umiliazione di pesare sulle famiglie e di sentirsi inutili o non valorizzati. Ne guadagnerebbe la coesione sociale, cadrebbero muri e barriere che occultano solitudine e ostilità». Il 13 gennaio, gli risponde Enrico Maria Borrelli, presidente di Amesci, che condivide la proposta ma ricorda: «il servizio civile non può però essere ammortizzatore sociale né tantomeno strumento, seppur tampone, di risoluzione di specifiche difficoltà territoriali».

2 thoughts to “Sindaco di Ercolano: più giovani per il servizio civile”

  1. Sono contento di non avere come sindaco il signor Nino Daniele, che sarà pure sindaco ma di gestione delle risorse umane capisce gran poco.
    Quando decidi di remunerare con 400 € mensili una persona, non è che gli dai la paghetta a fine settimana.
    Ci sono le coperture assicurative, l’INAIL, l’emissioni di cedolini mensili, il CUD, un minimo di spese gestionali e pure un minimo di costi di formazione.
    In una gestione completamente privatistica (di certo molto meno costosa di quella pubblica) tutte queste voci (lo risottolineo, obbligatorie per legge, almeno nella Repubblica Italiana) sono quantificabili in circa 1.100 € a posizione (di cui oltre il 50% imputabili a costi fissi, come ad esempio il versamento IRAP, la apertura di posizione INAIL, l’elaborazione di CUD e cedolini da parte di un commercialista).
    In una logica di massa, diciamo che le conteniamo a 800 € (l’economia di scala dovrà pur servire a qualcosa).
    Quindi 400 x 12 = 4.800 €, a cui si aggiungono 800 € e si arriva a 5.600 €.
    Ripeto, sono cifre basate non sull’idea venuta la mattina sotto la doccia, ma sulla applicazione della legge italiana, senza il bisogno di scrivere a Veltroni o Berlusconi.
    Quindi 5.600 x 600.000 = 3.360.000.000 €, che dalle mie parti si traduce nella “bazzecola” di 3 miliardi e 360 milioni di euro annui: non c’è che dire, una bella paghetta.
    Così per curiosità… ‘sti soldi chi li tira fuori?
    Il bilancio dello stato, ovverosia tutti i cittadini?
    Sono felice che nel mezzogiorno si ricominci ad utilizzare il termine “dignità”.
    Mi hanno insegnato sin dalla più tenera infanzia che la dignità consiste nel riuscire a camminare sulle proprie gambe: inizino quindi i comuni del meridione, Ercolano in testa, a finanziarsi questa interessante forma di servizio civile, utilizzando le proprie risorse.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *