Mario Del Prete, delegato regionale della Puglia dei giovani in servizio civile, ci racconta le incertezze che vivono i volontari quando un progetto viene sospeso come avvenuto di recente nel Comune di Ginosa. E nel forum dei volontari oltre che nel newsgroup dei delegati le denunce di casi di questo tipo aumentano.
“Dopo diverse richieste da parte dei Delegati regionali, che rappresentano i volontari presso il Servizio Civile Nazionale, l’Ufficio Nazionale ha intensificato le ispezioni negli Enti per verificare l’esistenza o meno di irregolarità nei progetti e nei compiti affidati ai volontari. Il 29 marzo 2007 a seguito di un controllo da parte di un ispettore del Servizio Civile, nell’ambito del progetto “Un amico… in Comune”, si rilevavano delle irregolarità nel Comune di Ginosa. L’ente ribatte alle deduzioni dell’Ufficio Nazionale, ma il 4 giugno l’UNSC con un provvedimento ha interdetto l’Ente a presentare progetti per il prossimo anno e revocato l’approvazione per il progetto in corso, con la conseguente sospensione per i 22 volontari impegnati. Secondo quanto prevede il regolamento dell’Ufficio Nazionale al volontario al quale viene sospeso il progetto, lo stesso UNSC, dovrebbe provvedere a ricollocarlo per il tempo residuo in servizio presso altri Enti. Invece, a distanza di tempo, i giovani volontari sono ancora senza ente e progetto da portare avanti.
La vicenda ha assunto da subito livelli regionali e nazionali, suscitando l’interesse di altri volontari, i quali hanno denunciato situazioni peggiori (come in Sicilia, dove i volontari rimasti senza progetto sono circa 90). L’on. Maurizio Gasparri, venuto a conoscenza dell’incresciosa situazione, ha presentato un’interrogazione alla Camera dei Deputati, rivolta al Ministro della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero e al Sottosegretario con delega per il Servizio Civile Cristina De Luca. Personalmente come Delegato Regionale mi sono mosso presso l’Ufficio Regionale per portare alla loro attenzione questo problema, ma negli incontri avuti non si è riusciti a trovare una soluzione.
Il caso “Ginosa” ha costituito per noi rappresentanti un modo per interrogarci su come comportarci davanti ad una situazione del genere e come tutelare i volontari. Dinanzi a situazioni simili ci si sente impotenti, perché non si hanno i mezzi per poter trovare nell’immediato una soluzione, ma pensandoci l’unico rimedio è quello di sensibilizzare e portare a conoscenza il caso, non per creare clamore, ma per smuovere chi ha delle responsabilità e poterci ritrovare insieme a migliorare alcuni aspetti ed evitare di ritrovarci a discutere in futuro di problemi analoghi. Quello che preoccupa chi è impegnato a migliorare il Servizio Civile ed aiutare i volontari è che quanto successo a Ginosa potrebbe spingere i volontari che intendono denunciare le irregolarità dei loro Enti a fare un passo indietro, rinunciando a difendere le loro aspettative ed i loro diritti”.