Nell’ultimo numero di “Mosaico di Pace”, rivista mensile promossa dalla sezione italiana di Pax Christi – movimento cattolico internazionale per la pace, due articoli provano ad aprire il dibattito, finora assente o lasciato solo alle audizioni ufficiali, sulla riforma della legge 230/98 sull’obiezione di coscienza al servizio militare.
L’editoriale
[PDF] di apertura prende posizione rispetto alla riforma e denuncia come
fuori dal dibattito parlamentare ci sia il “silenzio assordante di
quanti, associazioni ed enti che hanno fatto la storia dell’obiezione
di coscienza nel nostro Paese e dai quali sarebbe legittimo attendersi
una difesa di quella legge da ogni deriva ‘relativistica’ e
‘libertaria’”. L’articolo di approfondimento interno [PDF], oltre a spiegare
l’iter della riforma, ne indica invece le contraddizioni: “La legge nulla dice
che cosa avviene agli ex obiettori in caso di guerra o mobilitazione:
l’esercito sarà quindi costretto ad accogliere persone che non hanno
mai svolto il servizio militare? E così, trascorsi cinque anni,
l’obiettore potrà cambiare idea e chiedere ufficialmente di passare
dall’altra parte, quella degli uomini in armi. E se poi cambiasse
ulteriormente idea? Forse con un po’ di pazienza, fra qualche anno,
un’altra leggina…”.