Intervista a Licio Palazzini

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Licio Palazzini
è presidente di Arci Servizio Civile, da tre anni presiede anche la Consulta nazionale per il servizio civile, che in questi giorni vede in corso la campagna elettorale per l’elezione di due rappresentanti dei giovani in servizio civile. È la prima volta e l’occasione merita un approfondimento con lui, che ci riceve nel suo ufficio di Roma e si presta con molta disponibilità e gentilezza a qualche nostra domanda.

Chiediamo a questo proposito quale sarà il ruolo che giocheranno i nuovi rappresentanti dei volontari. Ci risponde: “Sicuramente i nuovi rappresentanti porteranno l’ottica e il vissuto dei volontari in un luogo in cui mancava, nonostante la supplenza delle associazioni degli obiettori, e che finora vedeva la presenza degli Enti accreditati, di alcune Amministrazione centrali, delle Regioni, della rappresentanza dei Comuni, oltre le citate Associazioni degli Obiettori. Inoltre ci aiuteranno ad avere una maggiore percezione del servizio concreto ma anche ad aprire a nuove riflessioni, come quella ancora del tutto inesplorata del ‘dopo servizio’, che significa ad esempio capire come valorizzare le competenze acquisite dai volontari. Infine avremo una percezione diversa delle finalità di questa esperienza che non sempre gli Enti possono cogliere”.

Queste elezioni sono una novità da tutti i punti di vista, anche per loro forma “elettronica”. Ci chiediamo quanto la loro “virtualità” si combini con la concretezza di un servizio e di un impegno di cittadinanza attiva. “Ho dei dubbi anch’io sulla loro forma”, ci conferma Palazzini, “l’UNSC ha presentato la scelta di fare queste elezioni e in questa forma elettronica come dovuta anche a necessità di calendario e di rinnovo della Consulta (cambierà infatti a fine marzo); era urgente infatti garantire la presenza dei rappresentanti dei volontari. Tuttavia penso che, nonostante positive eccezioni, la presentazione dei candidati, per come è avvenuta, mi pare rischi di essere solo una vetrina, (fra l’altro, non tutti hanno ad oggi presentato i loro programmi), e rimane sempre l’incognita di che rapporto potranno avere con la ‘base’ che li eleggerà. Sicuramente per il futuro occorrerà pensare a più forme di confronto con i volontari, magari che passino e coinvolgano di più la rappresentanza dei delegati regionali”.

Insomma, giovani volontari sempre più protagonisti? “Sì, soprattutto se fra i volontari si svilupperà un percorso che partendo da obiettivi e problemi concreti, li inserisca nei nodi di fondo che minano il futuro di questa esperienza, andando oltre fisiologici rischi di ‘corporativismo’. Occorre infatti evitare pericolosi cortocircuiti di rappresentanza quasi ‘sindacale’, come se il SCN fosse un lavoro, ma anche trovare il modo per stabilire una dialogo e un confronto continuativo con i volontari”. “Le sfide e i problemi del servizio civile nazionale sono fin troppo chiari – conclude Palazzini-, tuttavia anche come Consulta abbiamo già fatto da tempo le nostre osservazioni, la palla, come si dice, ora ritorna alla politica: al nuovo Parlamento e ai Consigli Regionali”.

Francesco Spagnolo

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