Nel Programma di Governo 2006-2011 dell’Unione, presentato l’11 febbraio, nella parte delle proposte sul “non profit e sulle reti di protezione sociale” c’è un paragrafo dedicato al servizio civile che riportiamo di seguito.
[…] Analogamente crediamo nel sostegno allo sviluppo del servizio civile attuale, un istituto che si è imposto negli ultimi anni nonostante le ripetute difficoltà finanziare e che si è dimostrato uno strumento importante di crescita di cittadinanza e di esercizio di democrazia. Questa realtà deve poter continuare a svilupparsi e radicarsi nel mondo giovanile come forma di educazione al civismo, alla solidarietà, alla partecipazione, alla costruzione del bene comune. Non possiamo trascurare come una parte sempre crescente di giovani rivolga il suo impegno in forme organizzate, nel volontariato e nelle associazioni, vivendo la cittadinanza come un bene pubblico da cui nascono le reti che garantiscono coesione sociale.
Il servizio civile nazionale, istituito nel 2001 al termine del governo del centrosinistra, è un’esperienza importante che sta velocemente diffondendosi nel paese. Per rispondere a questo desiderio di coinvolgimento di esperienze di confronto e passaggio verso l’età adulta, anche dal punto di vista professionale, intendiamo lanciare per gli anni a venire la proposta di un nuovo servizio civile nazionale, attraverso il quale tutti i ragazzi e le ragazze possano maturare un’esperienza significativa delle vicende e dei problemi del proprio territorio, dei soggetti pubblici e privati che lo animano e che realizzano l’offerta di servizi alle persone e alle famiglie. Un servizio civile per un periodo limitato, da svolgere con modalità flessibili, aperto anche agli stranieri che ne facciano richiesta (se residenti in Italia da un congruo numero di anni) e che, attraverso schemi di partnership tra i governi, offra la opportunità di svolgere questa esperienza anche in altri paesi. Questa proposta richiede di pensare ad un percorso a più fasi che, partendo dal consolidamento del Servizio Civile di oggi, deve vedere lo Stato decentrare progressivamente la gestione del Servizio attuale, per svolgere meglio le funzioni di orientamento, sostegno e controllo di un servizio di qualità.
Questa proposta di nuovo servizio civile, che va collegata ai percorsi formativi e universitari, è aperta a dare anche ai giovani lavoratori l’opportunità di offrire la propria esperienza al servizio di un contesto diverso e più ampio.
Se l’azione di consolidamento dell’attuale servizio civile avrà successo, all’interno di una cornice di regole nazionale, la gestione potrà essere decentrata, affidata a Regioni ed enti locali, perché ciascun territorio conosce le sue dinamiche e può, se sostenuto, progettare i migliori interventi in cooperazione con le organizzazioni e le associazioni che lo animano.
(PER IL BENE DELL’ITALIA. Programma di Governo 2006-2011
Una società solidale: il "non profit" e le reti di protezione sociale, pagg. 192-193)
Per approfondire:
- dove leggere il Programma completo