Ci andiamo, ma non ci piace

La graduatoria dei progetti 2007 ha fatto capolino sul sito dell’UNSC, gli Enti cominciano a fare i conti per capire com’è andata, ma intanto siamo a ridosso della Festa della Repubblica del 2 giugno e della sua parata che anche quest’anno vedrà partecipare una piccola delegazione di giovani in servizio civile. Nei giorni scorsi sia il ministro Ferrero che l’Associazione Obiettori Nonviolenti aveva espresso chi distinguo e chi perplessità su questa presenza. Noi siamo andati a chiedere cosa ne pensano i diretti interessati, ed in particolare i 4 Rappresentanti nazionali dei giovani volontari.

Gennaro Buonauro, da poco eletto, andrebbe alla manifestazione: “La mia opinione è che la parata è soprattutto militare, lascia poco spazio alle forme di difesa non armate (come il servizio civile) e forse è proprio per questo che vale la pena partecipare e far sentire la presenza dei giovani di servizio civile”. Dello stesso avviso Concetto Russo, in carica dallo scorso anno, e Francesco Diego Brollo, che svolge il suo servizio civile all’estero e precisa: “Per quanto mi riguarda non sarò presente perchè mi trovo in Albania e comunque non credo alla parata in sé. Tuttavia avrei veramente voluto esserci, per rimarcare una differenza e manifestare la mia idea secondo cui il mio ruolo di volontario in servizio civile equivale all’obiezione alle armi nella risoluzione dei conflitti e nella instaurazione di diritti umani e democratici tra i popoli”.

Insomma, non ci piace, ma ci notano di più se ci andiamo. Ancora Brollo: “C’è da considerare che la nostra presenza è anche un modo per dire che in Italia ci sono giovani che dicono NO alla guerra e agli eserciti. Non tutta l’Italia crede che si possa esportare una democrazia con la guerra… tanto meno i diritti umani”. Infine Emanuele Pizzo, conferma questa linea: “Io non parteciperò”. E spiega a partire anche da un certo disagio: “L’anno scorso, finché ero ancora in servizio, ho partecipato e non rinnego quella esperienza. Mi ha dato modo di confermare alcune idee che avevo.  La parata del 2 giugno è una parata militare. Anche se vi partecipano coloro che sono impegnati in forme di difesa non armate (servizio civile, protezione civile, vigili del fuoco…), è militare nei modi, nei ritmi e nelle forme di manifestazione”. Poi Pizzo ricorda come a dicembre scorso, alla 2° Assemblea dei volontari, avesse chiesto al ministro Ferrero “se non fosse possibile pensare a qualcosa di diverso dalla parata militare per far manifestare le forme di difesa civili. Non chiedevo una contro manifestazione, ma un’iniziativa ufficiale che potesse dar loro maggiore visibilità e marcasse la differenza dai corpi armati”. E conclude ribadendo come “tra i volontari c’è una pluralità di punti di vista. C’è chi non andrebbe mai ad una parata, chi ci va col magone, chi ci va entusiasta, ma credo che ci accomuni da un lato la voglia di esprimere la propria identità di ‘serviziocivilisti’, dall’altro sicuramente l’esigenza di distinguersi da chi ‘difende’… armi in pugno”.

2 thoughts to “Ci andiamo, ma non ci piace”

  1. Credo che sia incoerente per un volontario del Servizio Civile Nazionale partecipare ad una parata militare. Noi rappresentiamo la difesa non armata, dire che ci notano di più andando può anche essere vero, personalmente però preferirei che trovassimo altri modi per farci conoscere.

  2. A mio parere si dovrebbero creare altri momenti che nell’ambito della giornata possano dare spazi e luoghi di visibilità al servizio civile ed ai valori che sostiene.
    Più che giovani volontari in servizio civile marcianti vedrei di buon occhio dei gazebi nella zona della parata che forniscano informazione sul servizio civile, e sulle attività di costruzione della pace e di “difesa della patria” che compiono giovani volontari ed associazioni …
    … è comunque da chiedersi se esistano spazi e luoghi dove discutere, a freddo, queste cose …

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