Come prima, più di prima

Si discute proprio in questi giorni della prossima ripartizione del Fondo nazionale del servizio civile nel 2008, fra livello nazionale e Regioni-PA. Come ci conferma Diego Cipriani, direttore dell’Ufficio nazionale per il servizio civile, si parte da una suddivisione 54%-46%, rispettivamente tra nazionale e regionale, ma l’ufficialità ancora non c’è. E non è questo l’unico dubbio che riguarda in questo periodo il servizio civile nazionale.

Dopo lo scioglimento delle Camere e la caduta del Governo, l’iter che doveva portare alla riforma di tutto il sistema del servizio civile si è bloccato e la circolare 2 febbraio 2006 “Norme sull’accreditamento degli enti di servizio civile nazionale” non è cambiata. Anche per questo rimangono irrisolti tutti i nodi che avevano portato l’Unsc ad avviare un tavolo di lavoro per riformare la disciplina dell’accreditamento e regolare, tra l’altro, il rapporto sempre delicato con le Regioni e le Province Autonome. Ricordiamo a proposito che nel 2007 c’è stata anche una  sentenza della Corte Costituzionale, la n. 58/07
[PDF], che dopo un ricorso della Regione Valle d’Aosta ha «annullato, per l’effetto, il paragrafo 2 della circolare 2 febbraio 2006», dando di fatto la possibilità alle Regioni e P.A. autonome di accreditare loro sedi nell’albo nazionale e nel proprio albo regionale, creando così un potenziale corto circuito tra chi presenta i progetti e chi li valuta.

Rimane poi sempre aperta la questione del peso degli enti pubblici negli albi regionali, soprattutto in termini di progetti approvati, come successo lo scorso anno nelle Marche, dove 5 soli enti coprirono tutti i posti disponibili. Di recente, due grandi enti come il Comune di Torino e la Provincia di Foggia, sono passati dall’albo nazionale a quelli regionali del Piemonte e della Puglia, e faranno sentire tutto il loro peso. Ad esempio, dei 590 progetti presentati per il 2008 in Puglia, 202 provengono dalla sola Provincia di Foggia, praticamente 1 su 3.

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