Difendere l’obiezione

La Commissione Difesa della Camera dei Deputati sta esaminando in questi giorni tre diverse proposte di modifica della legge 230/98 sull’Obiezione di coscienza (Zeller, Brugger e Benvenuto), con le quali è stata chiesta l’abrogazione dei commi 6 e 7 dell’art. 15 riguardanti le incompatibilità professionali con lo status di obiettori di coscienza, ritenute dai firmatari superate o discriminatorie dopo la sospensione della leva obbligatoria. Caritas Italiana, ascoltata dalla Commissione lo scorso 16 novembre
insieme ad Arci Servizio civile [leggi il loro documento – PDF] e all’A.O.N. (Associazione Obiettori
Nonviolenti), ha voluto innanzitutto ribadire nell’occasione il “valore
rappresentato dall’obiezione di coscienza per la società italiana” che
ha costruito “un nuovo paradigma di cittadinanza attiva e di difesa
della patria, entrato nella cultura della nostra società e nel suo
ordinamento giuridico grazie anche alle numerose sentenze della Corte
costituzionale a riguardo”.

Nel merito delle proposte di legge, è stata condivisa la necessità di modifiche che, nel riconoscimento del diritto all’obiezione, eliminino incompatibilità paradossali come ad esempio il divieto di lavorare con materiali esplosivi nelle cave, nella fabbricazione di air bag, oppure l’uso di fucili spara siringhe per attività veterinarie.

Sono state infine avanzate anche proposte integrative come si legge nel documento di Caritas Italiana
[PDF]:

  • l’istituzione dell’albo degli obiettori di coscienza, presso l’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile, dove di diritto andrebbero iscritti tutti coloro che hanno obiettato alla leva e dove ogni cittadino potrebbe iscriversi attraverso una dichiarazione di obiezione di coscienza;
  • la possibilità di iscrizione all’Albo nazionale degli obiettori anche di cittadini stranieri residenti nel nostro paese;
  • l’istituzione di un fondo per garantire un sussidio per la ricerca di altro impiego per coloro che facendo parte delle forze armate volontarie o occupati in fabbriche di armamenti, obiettando perderebbero il lavoro.

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