Nessuno sa com’è, eppure si sa che c’è. Come funziona insomma la selezione al servizio civile, che per molti enti è già partita subito dopo la scadenza del Bando? Proviamo a dare qui alcune piccole indicazioni, una sorta di guida per non perdere la rotta, ricordando subito che non presentarsi il giorno della selezione equivale a rinunciare al servizio civile.
Innanzitutto diciamo che ogni ente si regola in maniera diversa sui tempi e su alcune modalità, che possono essere specifiche, ma tutte devono adeguarsi a dei criteri generali stabiliti dall’Ufficio nazionale del servizio civile (Unsc) nel 2002. Il suggerimento è quindi di leggersi per bene questa determina
[PDF] per capire come vengono stabiliti i punteggi finali. Si scopre così che ci sono dei punteggi legati ai “titoli”, ma anche all’esperienza: tutti elementi ripresi dagli allegati 2 e 3 presentati al momento della candidatura e che per questo era importante compilare bene. Altri elementi, più soggettivi, sono invece indicati nell’Allegato 4, compilato dal selettore. Il punteggio minimo per potere essere definiti “idonei”, e accedere così al servizio civile, è 36/60 nella scheda di valutazione.
Poi ricordiamo che non si tratta di un esame. Certo, saranno richieste delle informazioni personali, ma non bisogna essere preparati sulla storia dell’obiezione di coscienza e in diritto comparato militare! Va considerato infine che ogni ente, soprattutto i più grandi, hanno delle modalità proprie di selezione, che comunque sono state “accreditate”, ossia riconosciute dall’Unsc. Alcune di queste sono anche specificate nella scheda del progetto scelto, alle voci 19 e 23 per l’Italia, 26 e 30 per l’estero. Il consiglio è di andare a leggerle, se non lo si è già fatto…, per capire cosa potrebbe essere richiesto. Un’ultima attenzione: se per qualunque motivo si dovesse rinunciare al servizio civile, meglio farlo prima di cominciare il progetto: in questo modo è sempre possibile rifarlo dopo, altrimenti si perde questo diritto.