Carmelo Interisano, Rappresentante nazionale dei giovani in servizio civile, ha portato il punto di vista dei volontari durante la presentazione dell'ultimo Rapporto della Cnesc. Rispetto al processo di riforma della legge in corso, ha ricordato inizialmente gli aspetti positivi contenuti nella proposta del Governo, come lo status, la copertura dei bandi rimasti deserti, la flessibilità. «Abbiamo dato parere favorevole in Consulta alla proposta di legge delega Giovanardi – ha detto Interisano -, intravedendo un miglioramento della situazione attuale. Rimangono però delle critiche ad un documento che può essere sicuramente migliorato con la collaborazione di tutte le parti interessate. Il servizio civile è e deve rimanere difesa della Patria con mezzi non violenti e non armati».
I giovani vorrebbero però che venisse superata l'attuale contrapposizione tra Governo e Regioni: «A nostro parere all'amministrazione centrale spetta il compito dell'unitarietà del SC alle regioni quello di intervenire nella valutazione (che può anche rimanere in parte affidata all'amministrazione centrale), individuando la priorità di intervento nei territori, il tutto in un clima di leale collaborazione. A tal proposito noi rappresentanti abbiamo lanciato una proposta di mediazione, capace di rendere partecipi entrambe le parti alla valutazione ad esempio ma, a quanto pare, non la si è ritenuta interessante e si preferisce lo scontro mettendo addirittura a rischio l'intero sistema».
«Compiere il servizio civile – ha poi precisato Interisano – significa formazione del cittadino nella consapevolezza dei suoi diritti e doveri, significa riscoperta da parte dei giovani cittadini dei valori fondanti della nostra Carta Costituzionale. Chiedo allora se i 170milioni del 2010 e i 125 del 2011 siano tutto quello che lo Stato sia capace di investire nella costruzione dei propri cittadini. In caso di risposta positiva allora c'è qualcosa che non va, non solo rispetto al servizio civile ma al paese nel suo complesso. Investire nella formazione dei giovani cittadini alla legalità, ai diritti ed ai doveri, alle necessità e situazioni che vivono quotidianamente nei nostri giorni significa risparmiare in futuro costi assai maggiori dovuti al degrado e alla decadenza della società futura».
Infine, il Rappresentante dei giovani in Consulta, lancia un appello: «In questo quadro lo stato centrale non può esimersi dal garantire una volta per tutte la previsione nella legge di riforma di un contingente minimo di 40.000 volontari all'anno, garantendo un finanziamento adeguato e sottraendo il sistema all'agonia finanziaria in cui il SC riversa. Che le Regioni debbano contribuire siamo d'accordo, ma partendo da quel contingente minimo e ampliando l'orizzonte del SC nazionale».