Il servizio civile secondo me

Ministro_ferreroIn un recente incontro abbiamo intervistato il Ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero, che a distanza di 35 anni dalla prima legge sull’obiezione di coscienza, torna a delineare lo sfondo su cui si muoverà la riforma del servizio civile nazionale. E con un augurio finale per i giovani…

Signor Ministro, siamo in un periodo di ripensamento del servizio civile nazionale. Qual è in questo momento il suo pensiero sulla riforma della legge 64/2001 più volte annunciata?

«Io penso che il servizio civile sia un’enorme opportunità per tanti ragazzi e ragazze di fare un anno in cui, in qualche modo, si “impara il volontariato”, perché ci si avvicina ad un lavoro fatto principalmente per gli altri, e quindi all’idea di un impegno per la società. Secondo me, questo servizio civile positivo va sviluppato in due direzioni. Una è di tipo quantitativo, permettendo a più giovani, ragazzi e ragazze, di poterlo fare. Si tratta quindi aumentare i finanziamenti per il sc. La seconda direzione però è di migliorarne la qualità. Occorre garantire ai ragazzi e alle ragazze non solo che i progetti siano seri, ma anche dei percorsi di formazione e di informazione, in modo che affettivamente quell’anno passato lì non sia in nessun modo un anno di “parcheggio”, diciamo, ma sia un anno con degli stimoli, delle possibilità di crescita e di riflessione».

Siamo anche a 35 anni dalla prima legge sull’obiezione di coscienza. A distanza di tanti anni qual’è la sua attualità?

«L’attualità dell’obiezione di coscienza, secondo me, continua ad essere nel fatto che la Patria non la si difende con i fucili, ma la si costruisce nella creazione di relazioni sociali e civili. Direi anche che i “nemici” non esistono, e che il problema è di evitare di costruire i confini dentro casa nostra. Il lavoro nel servizio civile è qualcosa che abbatte i muri e aiuta a costruire relazioni sociali significative tra le persone. In questo senso vedo una grande continuità tra quella che era l’obiezione di coscienza al servizio militare e il servizio civile di oggi. E forse è un dato interessante è anche il fatto che la maggioranza di chi lo sceglie sia fatta da ragazze, che magari hanno più attenzione alla costruzione di legami sociali rispetto ai loro colleghi maschi».

All’inizio di un nuovo anno che augurio si sente di fare ai giovani impegnati nel servizio civile?

«L’augurio che faccio è che sia un’esperienza significativa per la loro vita. Che non finiscano il 2008 pensando di aver sprecato un anno, ma invece contenti di averlo fatto. Sapendo anche che la vita non è fatta solo di lavoro con una retribuzione, ma anche di un “lavoro” che si fa per tenere insieme le relazioni sociali, per tenere insieme la società, per costruire dei rapporti con gli altri».

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