La riforma del servizio civile nazionale/5

Logo_riforma Nella quinta puntata del nostro approfondimento sui tre testi di legge di riforma del servizio civile, arriviamo a toccare uno dei nodi più dibattuti: le competenze sulla gestione. Sul tema si è già espressa nel 2004 la Corte Costituzionale, ma con la riforma della legge la questione ritorna e crea non pochi contrasti tra il Governo e le Regioni, che anche per questo hanno dato il loro parere negativo sulla proposta di legge Giovanardi.

Su questo aspetto, il testo di legge delega del Governo parla genericamente di «leale collaborazione e accordi bilaterali con Regioni e P.A, che possono vincolare risorse proprie». Ma nell’idea più volte espressa dal Sottosegretario Giovanardi c’è che il servizio civile rimanga principalmente di competenza “statale” perché «le Regioni vogliono gestirlo tutto da sole, ma per noi questa modalità ha molte criticità. Se una Regione contribuisce al fondo nazionale, con quel contributo può scegliere i progetti integrativi sul proprio territorio».

Ovviamente critiche a loro volta, su questo punto, le Regioni e Province autonome. Stefano Valdegamberi, Assessore alle politiche sociali della Regione Veneto, ha recentemente affermato come il disegno di legge delega predisposto dal Governo sia «generico e impreciso, del tutto contraddittorio con l'esperienza maturata nei territori regionali a contatto con gli enti locali, le associazioni, i giovani. Ed è centralista, cosa ancora più stridente se si pensa alle tanto enunciate politiche federaliste».

Nelle proposte dell’on. Rivolta (Lega nord) e dell’on. Farinone (PD), molto simili su questo aspetto, la “competenza esclusiva” sarebbe invece proprio delle Regioni e P.A. per quanto riguarda, tra l’altro, l’individuazione degli specifici ambiti di impiego dei giovani, la valutazione dei progetti di servizio civile degli enti nazionali e locali, il controllo e i monitoraggi.

Una mediazione tra i testi è stata comunque cercata dalle Regioni, che hanno chiesto di gestire “la valutazione ed approvazione dei progetti di servizio civile insistenti sui territori di competenza, il monitoraggio esterno, l’organizzazione della formazione generale” e di realizzare un “co-finanziamento vincolando risorse allo sviluppo”. Ma questa proposta è stata, a sua volta, non accolta dal Governo, portando ad aumentare un contrasto che non aiuta a realizzare una riforma condivisa del servizio civile nazionale. [continua]

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