Laboratori di Amesci di SC

Amesci, ente di servizio civile, ha lanciato nei giorni scorsi i “Laboratori di servizio civile” destinati a giovani fino ai 28 anni, per la realizzazione di una campagna di informazione e sensibilizzazione sulla raccolta differenziata dei rifiuti nella città di Salerno. I laboratori dureranno 6 mesi e prevedono un rimborso spese di 500 euro mensili. Abbiamo chiesto a Enrico Maria Borrelli, presidente di Amesci, le motivazioni alla base di questa iniziativa.

Borrelli ci spiega che molto nasce dall’esperienza di Amesci con i giovani e con il servizio civile nazionale, ma anche con le sue problematiche, come la ristrettezza di fondi. «L’idea di questi laboratori di servizio civile, che attingono da fonti di finanziamento misto pubblico e privato, sono una risposta necessaria alle richieste delle migliaia di giovani che affollano il nostro sito cercando incessantemente opportunità di crescita e di partecipazione». I primi risultati sembrano confermare, per il presidente dell’associazione campana, questa intuizione: da un sondaggio effettuato dall’ente, su un campione di circa 1000 giovani, la proposta dei Laboratori ha riscosso, con una preferenza di circa il 53%, più favore dello stesso servizio civile nazionale.

«La formula di questa nuova esperienza – ci dice ancora Borrelli -, che è cosa diversa dal tradizionale volontariato, ricalca da un lato la proposta di un laboratorio, tematico, breve, partecipato da un gruppo di giovani che condividono un’esperienza di impegno civico e, dall’altro, il più noto servizio civile nazionale, ricco di formazione, di crediti e di benefits».

Ma in che senso si può parlare qui di “servizio civile”? La risposta del presidente di Amesci è articolata: «Crediamo che coinvolgere i giovani in percorsi di cittadinanza attiva sia sempre più difficile, per fattori ambientali che attengono ai cambiamenti socio-culturali e anche economici del nostro Paese, e la formula del servizio civile è la più adeguata a favorire il dialogo con i giovani attraverso un scambio reciproco e virtuoso, di valori e di opportunità. Per questo motivo abbiamo deciso che i nostri Laboratori dovessero avere un chiaro riferimento ad una cultura nella quale abbiamo investito le nostre migliori energie e che rappresenta la nostra idea di relazione con il mondo giovanile. E i giovani, questa scelta, l’hanno compresa subito».

Il rischio di una confusione per Borrelli riguarda piuttosto altri soggetti: «Le regioni, nell’affacciarsi al servizio civile nazionale, stanno disegnando formule miste di “servizio civile regionali”, per giovani e per anziani, italiani ed extracomunitari, che si confondono nelle stesse leggi, talvolta negli stessi bandi pubblici, con quello nazionale. In quel caso convengo pienamente che la scelta di un nome alternativo, semplicemente riferito al senso dell’impegno civico, avrebbe favorito una più chiara comunicazione nei confronti dei cittadini».

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