L’innovazione del Servizio Civile

Dalla Caritas di Ancona-Osimo l’esperienza di innovazione dei centri operativi con l’avvento del nuovo Servizio Civile.

Passato
Situazione odc: 140 odc in 20 anni, Convenzione con il Ministero per 15 odc in contemporanea
Centri coinvolti sono almeno una decina in ambiti vari, dal disagio adulto (immigrati e non) ai minori alla disabilità, agli anziani, all’assistenza ai parenti dei malati.
Nel 2000-2001 si arriva ad un punto morto in cui le domande per l’odc sono quasi azzerate e partono solo 1/2 giovani all’anno.
Anche per questo pur non essendoci una vera rottura con la gestione precedente ma anzi una identità di vedute, si registra se non altro una discontinuità, accentuata dal fatto che si hanno due diverse figure impegnate sul servizio civile: una (storica) sull’odc e l’altra (nuova) sul SCN

Nuovo servizio civile
Si parte sin dal primo bando 2001 anche se in collaborazione con la diocesi di Senigallia.
La scelta iniziale è quella dei piccoli numeri: 2/3 per ogni bando, ad oggi con il bando attuale siamo a 23, la crescita è stata quindi graduale.
La diocesi si segnala per un dato significativo ovvero per l alto rapporto tra Centri nuovi e il numero totale dei Centri: 8 su 11 sono Centri nuovi e solo 3 erano già coinvolti con l’esperienza dell’Odc

Si aggiungono così settori nuovi: donne vittime della tratta, minori (nuova associazione), psichiatria, disabili (nuove associazioni), donne vittime di violenza, malati AIDS, educazione alla mondialità.

Nella scelta dei centri si cerca di tener conto:
– di servizi innovativi rispetto a problematiche emergenti;
– della capacità di seguire, accompagnare i giovani;
– della presenza di risorse interne, in qualche modo, dedicate al sc;
– dell’adattabilità al progetto caritas.

Perché centri nuovi rispetto alla gestione dell’odc:

– perché i bisogni cambiano nel tempo e la caritas diocesana è sempre stata attenta in questa direzione
– perché c’è una collaborazione/coordinamento di chi opera a livello locale
– per motivi di genere, ovvero in alcuni casi il servizio è riservato a sole ragazze e con l’odc non era ovviamente possibile   

Alcuni spunti:

  1. la lettura del territorio ha quindi determinato, in parte, la scelta dei Centri  e le alleanze che le Caritas sviluppano con altri soggetti in vista di poter raccogliere quei bisogni che ha individuato come prioritari sul territorio.
  2. Il Servizio Civile nella Caritas di Ancona-Osimo ha promosso nuovi contatti, (ad es. rispetto al problema delle donne vittime di violenza -rispetto al quale le risposte nei territori sono ancora deboli- con Cooperative e associazioni esterne al mondo ecclesiale), ha aperto a nuovi soggetti e ha permesso lo sviluppo di nuovi Centri e nuove risposte anche al di fuori del servizio civile.
  3. Il Servizio Civile ha promosso l’attivazione di nuovi Centri, non è stato la mera ripetizione di quanto accadeva nell’ambito dell’OdC.
  4. La prima fase, senza l’accreditamento ha di fatto agevolato la possibilità di tessere quei rapporti con realtà nuove, appartenenti a reti diversi che si sono, come dire, avvicinate gradualmente senza dover prendere un “impegno definitivo”.
  5. Varie tipologie di Centri nell’ambito della diocesi, sotto questo profilo pur con un numero limitato di giovani abbiamo nella diocesi 6 tipologie diverse con un numero di 13  Centri in totale.
  6. La creazione di tavoli di lavoro tematici in cui le varie realtà dialogano, si confrontano e progettano assieme in merito al Servizio Civile ma non solo.

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