Arrivano le prime prese di posizione da parte degli Enti di servizio civile sull’aumento al 4% della quota posti riservata ai progetti dei grandi invalidi e ciechi civili fatta dal Ministero della Solidarietà sociale e sulla riduzione di 7.000 posti nel prossimo bando nazionale, dopo il “taglio” effettuato dal Ministero delle Finanze. Sulla prima questione si erano espresse contro già da tempo sia tutta la Consulta nazionale del sc che la Conferenza delle Regioni. Sul “taglio” dei fondi, che poi è in realtà un mancato “accantonamento”, mercoledì scorso è stata la Confederazione delle Misericordie d’Italia la prima a scrivere
[PDF] al Presidente del Consiglio in pectore, Silvio Berlusconi, per chiedere un «intervento atto ad assicurare il più ampio sostegno al Servizio Civile». Oggi, con un comunicato, è invece la Cnesc (Conferenza nazionale enti di servizio civile), cui aderiscono tra i maggiori enti di servizio civile, a dire “basta con lo svilimento del scn”.
Nel comunicato, la Cnesc considera “incomprensibile” la decisione del
taglio «trattandosi di fondi già accantonati dalla legge finanziaria
2007» e sottolinea come il rischio sia «da un lato quello di rafforzare
ulteriormente la collocazione del Servizio Civile Nazionale ad
esperienza di “nicchia”, rivolta, come dicono le ultime ricerche
pubblicate, a giovani diplomati-laureati, incapace di garantire
occasioni di crescita per i giovani specialmente di quelli più
bisognosi di sperimentarsi in un’esperienza di cittadinanza attiva e
solidale; dall’altro di vanificare l’investimento fatto dagli Enti per
il suo funzionamento, in termini di organizzazione, progettazione,
formazione delle risorse umane in ordine a garantire un Servizio Civile
Nazionale di qualità».
Infine la Cnesc chiede Governo che sta per nascere proprio in questi
giorni «di investire sul Servizio Civile Nazionale, di credere in
un’esperienza che rappresenta oggi, una delle poche azioni concrete di
politiche giovanili e di difesa nonviolenta presenti in Italia, punto
di riferimento per i paesi membri dell’Unione Europea. Allo stesso
tempo ribadisce la necessità di una progettazione pluriennale, che
permetta una programmazione di medio-lungo termine del Servizio Civile
Nazionale e che, visto il suo carattere costituzionale e per evitarne
l’uso strumentale in un settore specifico, la competenza sia affidata
alla Presidenza del Consiglio del Ministri». Leggi qui tutto il
comunicato
[PDF].