Nel 2001 con l’avvento del Servizio Civile volontario è iniziata in Caritas modenese una riflessione rispetto al rapporto tra Caritas diocesana e giovani, esistente fino a quel momento esclusivamente grazie all’esperienza dell’obiezione di coscienza. Dato il prevedibile ridimensionamento del numero dei giovani con cui la Caritas sarebbe venuta in contatto, si è deciso di provare a promuovere altre esperienze di solidarietà e condivisione (diverse dal Servizio Civile) in cui coinvolgere giovani di diversa età e provenienza e grazie alle quali animare la comunità territoriale.
Si è pensato di sperimentare esperienze che potessero diventare “propedeutiche” alla scelta del Servizio Civile volontario, che fossero ad esso affini, ma caratterizzate da minor impegno ed intensità, comunque “buone in sé” e in linea con la missione della Caritas di promozione della carità.
L’intento inoltre è stato quello di accrescere e valorizzare le competenze degli operatori non unicamente per progettare il Servizio Civile volontario, ma anche per la costruzione di altre forme di solidarietà in cui coinvolgere diversi ‘mondi giovanili’ e ‘mondi adulti’.
Ecco perché si è pensato di sperimentare esperienze diversificate di solidarietà e condivisione e perché il settore Servizio Civile è diventato il “Settore Educazione alla Pace e alla Solidarietà”.
Le proposte elaborate dal nostro ufficio hanno individuato destinatari diversi: gli studenti delle scuole medie superiori, gli adolescenti che frequentano i gruppi parrocchiali o le associazioni cattoliche (Azione Cattolica e Agesci in particolare), gli educatori degli stessi gruppi parrocchiali o di centri di Animazione Giovanile promossi dalla stessa Diocesi, e gruppi di insegnanti di scuole medie inferiori.
Le due grandi tematiche affrontate sono state la promozione di una cultura della carità, attraverso esperienze concrete di servizio ai più poveri, permettendo così un confronto guidato e “protetto” con una parte di città poco conosciuta, ma non meno presente; e percorsi di educazione alla pace, a partire dalla gestione del conflitto a livello interpersonale e in ambito educativo.
Tutti i percorsi di educazione alla solidarietà, sia durante l’anno scolastico sia nel periodo estivo, prevedono sempre una proposta formativa, guidata da noi operatori, che attraverso attività mirate, aiuti i giovani a riflettere su quanto stanno vivendo nei centri, provando ad elaborare l’esperienza attribuendone un significato e un senso preciso.
Le proposte sulla gestione dei conflitti nascono dal desiderio di costruire la “pace” non solo nelle terre dove i conflitti degenerano nella violenza e nella guerra, ma anche nel quotidiano, tra i banchi di scuola, o nei campetti degli oratori, tra giovani, ma non solo, con il rischio concreto di deteriorare i rapporti interpersonali e con essi il senso di benessere all’interno della propria comunità.
Nel corso degli anni la nostra attenzione è stata duplice: consolidare le relazioni con i giovani, anche attraverso colloqui personali, dove richiesti, per sostenere al meglio l’esperienza di servizio; attraverso percorsi formativi più specifici lungo tutto il corso dell’anno che favorissero nei giovani una maggiore conoscenza di sé, nella convinzione che accompagnare la crescita personale dell’adolescente è un ottimo investimento a medio-lungo termine.
Tuttavia abbiamo anche voluto rafforzare i legami con il mondo degli adulti, ricordandoci l’identità stessa della Caritas, che ha sempre una “prevalente funzione pedagogica”. Infatti, solo se gli adulti stessi, nelle singole comunità parrocchiali, o nelle scuole, o nei centri operativi Caritas sviluppano una costante attenzione a costruire o consolidare le relazioni tra le comunità e i suoi poveri potremo ritenerci soddisfatti per aver contribuito a costruire comunità accoglienti; un lavoro di sostegno solo al mondo dei giovani al contrario rischierebbe di essere una dannosa sostituzione a diverse agenzie educative.
In conclusione ci sembra importante sottolineare oltre che la costante crescita del numero di giovani coinvolti nelle esperienze, la nascita di un gruppo di essi che ha scelto di chiamarsi (Gio.Car.C.I. che sta per Giovani Caritas Corresponsabili nell’impegno) e che si è dato come obiettivi ambiziosi, ma in parte già realizzati, quello di continuare a incontrare le povertà nei singoli centri a livello individuale e di gruppo, di approfondire alcuni temi centrali per comprendere certe forme di povertà con incontri formativi anche residenziali, ma soprattutto di animare i propri territori, anche non legati al mondo ecclesiale per diffondere queste buone prassi di cittadinanza responsabile e attiva.
Ad una prima analisi di questi cinque anni di lavoro, oltre che a esprimere soddisfazione per i risultati raggiunti avvertiamo la necessità di proseguire in un lavoro di sensibilizzazione capillare affinché il Servizio Civile divenga una delle tante opportunità che i giovani e i giovanissimi possano sperimentare nelle loro vite, inserita comunque in un contesto culturale dove l’attenzione ai più deboli non viene mai meno.
CARITAS DIOCESANA MODENESE
OBIEZIONE DI COSCIENZA-SERVIZIO CIVILE VOLONTARIO
EDUCAZIONE ALLA PACE E ALLA SOLIDARIETA’
Via S. Eufemia, 13 41100 MODENA Tel. 059/2133847 FAX 059/2133807