Dopo i casi riportati dalle Marche, anche in Lombardia, in particolare alla Caritas Ambrosiana, problemi con le candidature: solo sei candidati ogni dieci posti a disposizione. In un’intervista a Francesco Abiuso per Redattore sociale, che riportiamo in basso, ne parla Ivan Nissoli, responsabile del Servizio civile per la Caritas ambrosiana.
MILANO – Soltanto sei candidati ogni dieci posti a disposizione. Le domande arrivate alle Caritas lombarde per il nuovo bando di servizio civile sono state in tutto un centinaio, a fronte di circa 170 posti stabiliti dal bando. È quanto afferma Ivan Nissoli, responsabile del Servizio civile per la Caritas ambrosiana. “Ci aspettavamo di più -dice Ivan Nissoli-, ma anche il fatto che la campagna di informazione abbia potuto svolgersi soltanto tra giugno e luglio, quando molti ragazzi stavano studiando per la maturità o per gli esami universitari, non ha aiutato”.
Il 25% degli aspiranti volontari è costituito da 19enni neodiplomati che vedono nel servizio civile una fase di sospensione in attesa di capire se continuare a studiare. La componente maggioritaria, attorno al 55%, restano i ragazzi dai 22-24enni, appena laureati o laureandi. “Fra le 60 persone che hanno fatto richiesta per la Caritas di Milano, i maschi sono in tutto 15 – dice il responsabile del Servizio civile-. Ma stanno aumentando rispetto al passato”. Cresce anche il numero di candidati che provengono da situazioni di disagio. Persone che avranno la necessità di essere affiancate da qualcuno. “A Milano i casi simili sono ormai il 10 per cento – dice Ivan Nissoli-. Il nostro approccio è quello di non rifiutare nessuno, ma di accompagnare il ragazzo a capire se un impegno di 30 ore settimanali può essere la soluzione migliore per la sua crescita”.
C’è ancora una certa superficialità nel presentare la domanda: “Lo dimostra il fatto che la maggior parte degli abbandoni siano legati al fatto di avere trovato lavoro. Il servizio civile è diventato un’alternativa occupazionale, resta una parentesi nell’attesa di qualcos’altro. Non manca tanto l’informazione, quanto l’orientamento. Il nostro lavoro resta proprio questo”.