L’ultima Relazione al Parlamento sul servizio civile, resa pubblica la scorsa settimana, è sempre una fonte ricca di informazioni, anche se riferite all’anno precedente. Alcune di queste però, toccano temi più attuali, come ad esempio i numeri sulla copertura dei bandi per i giovani in servizio civile. «L’analisi dei dati della copertura dei posti – si può leggere a pagina 156 -, rispetto a quella degli anni precedenti evidenzia che per i primi anni a partire dal 2002 e fino al 2005 c’è stato un significativo incremento della copertura dei posti passando dal 58,32% del 2002 al 79,58% del 2003, all’83,78% del 2004, al 93,96% del 2005. Nel 2006, con l’89,97%, per la prima volta si è invertita la tendenza di crescita costante della percentuale di copertura dei posti disponibili con un – 3,99% rispetto al dato eccezionale del 2005. La stabilizzazione del trend di copertura posti è stata confermata anche nel 2007 con l’89,51 % (-0,46 % rispetto il 2006) e nel 2008 con l’86,18% (-3,33% rispetto al 2007)».
Ciò non toglie tuttavia che il servizio civile continui a riscuotere successo, soprattutto al Sud, con il numero totale delle domande presentate (62.453) che è circa il doppio del numero dei volontari messi a bando (31.344). Comunque, si legge nella Relazione, «Rispetto agli anni precedenti nei quali al Sud si registrava più del 50% del totale delle domande presentate, nel 2008 il Sud (più isole) con il 44,14% scende sotto tale soglia, mentre il Nord con il 32,58% supera il Centro con il 21,39%. L’Estero con appena l’1,41% si attesta all’ultimo posto».
Rimane però quello che viene chiamato “uno squilibrio strutturale”: «Praticamente al Sud il numero delle domande presentate risulta essere triplo rispetto ai posti disponibili nelle rispettive Regioni», e le motivazioni date sono sempre quelle: “i problemi di disoccupazione e della mancanza di lavoro”.