Dopo l’idea lanciata la scorsa settimana dalla sottosegretaria De Luca di un servizio civile "senza compenso", e alla vigilia dell’assemblea dei nuovi delegati, ci scrive Emanuele Pizzo, Rappresentante nazionale volontari. Il dibattito è aperto, commentate tramite il nostro blog.
"L’intervento del Sottosegretario De Luca a Civitas è il segnale di una fortissima confusione che investe l’intero sistema del servizio civile volontario. E’ bene ribadire che, a differenza di quanto sembra voler dire De Luca il servizio civile non è volontariato. Nonostante le indubbie vicinanze, e l’auspicio che l’anno di servizio civile possa essere una porta d’ingresso anche al volontariato, è un’altra cosa. E non è certo eliminando o dimezzando il compenso che si avvicinano i ragazzi al dono e alla solidarietà. Il compenso serve ai ragazzi per “potersi permettere” un anno di
servizio civile, gravando meno sulle famiglie e (magari) portare avanti
i propri studi, o cercare di avvicinarsi ad una professione.
Il passaggio del sottosegretario sulla precarietà poi, è contraddittorio. Le modifiche in atto sulla regolamentazione del rapporto di servizio civile stanno andando pericolosamente verso un avvicinamento con il mondo del lavoro: basta ricordare l’aumento del monte ore (da 1.200 a 1.400 annuale, e da 25 a 30 settimanale), senza rivedere il numero dei permessi (che è rigido e non prende in considerazione il fatto che molti volontari sono studenti universitari, tant’è che anche per gli esami e la tesi si deve ricorrere ai 20 giorni di permesso ordinario). Tali immotivati provvedimenti non muovono certo dal concetto di gratuità, anzi. E le rivendicazioni dei volontari saranno sempre più di natura sindacale fino a che non si metterà in chiaro (con gli enti prima di tutto) che il servizio civile non è un lavoro socialmente utile, non deve fornire manodopera a basso costo. Quella
specificità che dovrebbe caratterizzare il servizio civile come difesa
della patria rispetto al volontariato da una parte e il lavoro
dall’altra si sta velocemente sfibrando.
Il 2 giugno i volontari in servizio civile starebbero più degnamente in una manifestazione contro la precarietà che su una camionetta ai Fori Imperiali… Se vanno prese con le pinze le proposte di quei volontari che vogliono un corposo aumento del compenso, va anche affrontata con senso critico una proposta di una sua eliminazione o drastica riduzione. Sono sicuro che se non fosse
previsto un compenso, le domande per il servizio civile volontario
subirebbero una flessione imbarazzante. O quello del sottosegretario è
solo un modo per ri-cominciare a spostare il dibattito verso una
qualche forma di servizio civile obbligatorio?
Sicuramente, è giunto il tempo di rimettere in discussione il senso stesso del servizio civile. Oggi come oggi non è possibile dire con chiarezza quale è lo status del volontario, e questo perché non sono chiare le finalità (in tal senso, è illuminante la lettera aperta di Giovanni Bastianini di qualche tempo fa…). Finché tale nodo non verrà sciolto, qualunque altra discussione rischia di essere sterile, o strumentale. I volontari, che si uniranno in assemblea nazionale i
prossimi 11-12 maggio, daranno il loro contributo al dibattito".
Emanuele Pizzo
Rappresentante nazionale volontari
L’articolo postato da Emanuele esprime con chiarezza quelle che sono anche le mie considerazioni da semplice volontario. Se noi dobbiamo fare ammenda per la presenza di candidati (se non delegati in carica) che promettono (non si sa bene su quali basi) di alzare il compenso a 700 euro, anche le nostre controparti (le istituzioni, l’Ufficio Nazionale, gli enti) dovrebbero cercare di capire le ragioni che ci hanno portato all’attuale confusione e quasi crisi.
Enrico Bonotto
Grazie per la tua riflessione Enrico, sarebbe interessante sapere cosa ne pensano i delegati che parteciperanno all’Assemblea dell’11 e 12.
Un articolo illuminante, direi.
Prima di parlare di compensi e altro, bisogna partire dalle basi. Dagli stessi volontari, quei volontari che pensano al Servizio Civile come un Lavoro e che pensano ai 433,80 euri mensili, come a uno stipendio.
Bisogna capire chi siamo e per farlo dobbiamo considerare ciò che ci ha portato fin qua. Questo è basilare, questo è quello su cui l’Assemblea dovrà riflettere.
Se non si ha chiaro questo non ha senso affrontare altri discorsi.
Il volontario NON fa volontariato. Il Servizio Civile NON è volontariato. E’ volontario e c’è una bella differenza fra i due concetti.
Questo bisogna ribadirlo, è su questo che dobbiamo concentrarci, questo che dobbiamo chiarire agli Enti ma anche ai volontari stessi.
Annalisa
Delegato per l’Emilia Romagna
Inutile dire che NON sono d’accordo con il redere il servizio civile gratuito (esiste il volontariato così come esiste il Servizio Civile Nazionale che NON E’ VOLONTARIATO e mi stupisce che il Sottosegretario Cristina De Luca non si renda conto dell’effetto che le sue parole possono avere tra i volontari e soprattutto gli aspiranti volontari di SCN)
Siamo alle solite, si parla di SCN, si ipotizzano soluzioni e prospettive future e non si interpella la voce di una delle parti in causa più importanti NOI VOLONTARI.
Mi piacerebbe che il Sottosegretario, e gli operatori di settore che si occupano di SCN (escluso l’UNSC sempre attento alle nostre istanze), avessero più considerazione per il ruolo dei Rappresentanti dei Volontari e dei volontari stessi e li interpellassero maggiormente prima di decidere sul futuro del SCN.
Scrivo una lettera aperta al Sottosegretario De Luca
Caro Sottosecretario,
togliere i 433 euro mensile non farà altro che togliere la possibilità a tantissimi giovani di avvicinarsi al mondo del terzo settore ed alle aree di intervento che riguardano i progetti di scn: vigili del fuoco, ambiente, protezione civile, cultura, sport, asili nido, comuni, ecc.
Caro Sottosegretario,
i giovani tra i 18 ed i 28 anni non hanno tanto tempo libero da dedicare a queste attività in modo del tutto gratuito (basta dare un occhiata alle statistiche di chi il SCN lo fa davvero per capire che i volontari sono per la stragrande maggioranza studenti universitari) dunque il compenso dei 433 euro mensili serve proprio ad incentivare questi giovani a svolgere attività utili a se stessi ed alla comunità, serve proprio ad unire due mondi che altrimenti di rado si incontrano: GIOVANI e VOLONTARIATO.
Caro sottosegretario,
togliere i 433 euro mensili dunque, significa volere la “MORTE DEL SERVIZIO CIVILE NAZIONALE”.. . ovviamente la mia, per citarla, è solo “un opinione personale”.
Distinti saluti.
Luciana Briganti
Delegata dei Volontari per la Regione Lazio
Ciao io ho letto l’articolo e penso che abbia esaggerato con quello che ha detto Cristina De Luca.
Quindi concordo con Emanuele Pizzo.
Ciao dal Delegato della Toscana Orazio.
Ciao,
ovviamente concordo con tutti voi nel ritenere non accettabile il pensiero espresso dal Sottosegretario de Luca. Ero presente a CIVITAS, molti sono stati gli interventi a sostegno di una modifica del sistema del servizio civile nazionale. Mi sembra giunto il momento di ridiscutere lo status del servizio civile volontario. Porterò il mio contributo all’incontro dei delegati per la votazione dei rapresentanti alla consulata nazioanle.
Ciao a tutti.
Delegata del Lazio Emilia Tropiano