L'on. Livia Turco (presidente del Forum immigrazione e politiche sociali del Partito Democratico), come riferisce La Repubblica (leggi tutto l'articolo qui), ha presentato il 15 dicembre scorso una proposta di legge di 4 articoli su “Norme per la promozione della partecipazione dei giovani immigrati al servizio civile nazionale”. Nella proposta si vorrebbe aprire il servizio civile, tramite progetti proposti dai comuni, ai giovani immigrati dai 18 ai 25 anni «che non possiedono la cittadinanza italiana e che sono residenti o domiciliati» in un comune. Il compenso sarebbe lo stesso previsto per il servizio civile attuale (433,80 euro) e l’esperienza costituirebbe «un credito per favorire l’acquisizione della cittadinanza italiana». Per iniziare è previsto uno stanziamento per il 2010 di 20milioni di euro. Leggi qui tutto il testo della proposta di legge in PDF.
Cari amici,
vi chiedo che siate voi a spiegarmi, perchè francamente non riesco più a comprendere… o meglio, non riesco più a comprendere l’on. Livia Turco, nè voi che accogliete con tanto piacere la sua proposta di legge.
Va bene, l’idea è quella di permettere l’accesso al servizio civile ai giovani con permesso di soggiorno.
Prima questione, forse formale, ma non più di tanto…. ora come ora il servizio civile è “difesa della Patria”, e come tale accessibile ai soli cittadini italiani.
Abbiamo davanti due scelte: o il servizio civile “difesa della patria” non lo è più… ed in tal caso che l’onorevole Turco ce lo dica …. e che concordi siano con lei tanti enti di servizio civile del terzo settore che sulla base di questa “etichetta” non perdono quotidianamente l’occasione per dire peste e corna di chi si “approfitta” del servizio civile, in primo luogo gli enti pubblici.
Oppure si cambia la Costituzione, ed alla difesa della Patria concorrono…. diciamo i “residenti”? Una scelta interessante, anche perchè in tal modo pure in Italia potremmo istituire organismi come la “legione straniera” francese…. se vale infatti per il servizio civile, idem con patate anche per le Forze Armate, giusto?
Ma le perplessità non terminano qui… leggo infatti all’articolo 2 della proposta che chi dovrebbe aver l’onere di promuovere il servizio civile per i giovani immigrati? Ohibò, solo ed esclusivamente “i comuni”. Accidenti, ma che fine ha fatto il terzo settore? Sta alla finestra a guardare ed a dispensare pagelle e valutazioni?
Ma forse la mia lettura è maligna…. i comuni .. “promuovono”… gli enti del terzo settore “utilizzano”? Mi rimangio anche questa ipotesi… è più maligna della prima.
Insomma, una proposta di legge confusa, ideologica, raffazzonata, ma quel che è peggio…. completamente distante e staccata dalla realtà. Complimenti a chi l’ha elaborata…. non è facile concentrare in poche decine di righe tante contraddizioni.
Scusandomi anticipatamente per l’ironia,
un cordiale saluto
Claudio Di Blasi
Carissimo Claudio,
concordo sull’impressione generale di “confusione” del testo di legge, ma – come dire – è una novità e come tale va riportata. Sul principio, credo, siamo d’accordo e forse si possono trovare forme “costituzionalmente” più valide per formularlo, o no?
Grazie come sempre della tua attenzione, sarebbe interessante allargare il dibattito su questo tema.
Francesco