Licio Palazzini, presidente di ARCI Servizio Civile, interviene su "Europa" di sabato 29 ottobre nel dibattito in corso sulla proposta di servizio civile "obbligatorio".
Nell’articolo viene approfondita la posizione già espressa in un documento congiunto da Arci Servizio Civile, ARCI Nuova Associazione, Arciragazzi, Auser, Legambiente, Uisp e CGIL, che considera prioritario in questo momento l’investimento sul Servizio civile nazionale su base volontaria mentre l’introduzione dell’obbligo è ritenuta solo un’ipotesi di lavoro, a determinate condizioni, di difficile realizzazione.
"Il Servizio civile nazionale – ribadisce Palazzini – ha le potenzialità per far crescere un senso di appartenenza alla comunità che conviva con l’apertura al mondo, di far acquisire il senso di responsabilità comunitaria accanto alla crescita delle personalità individuali e i risultati dei monitoraggi che facciamo costantemente ce lo dicono".
Tuttavia rimango chiari alcuni rischi:
– l’attuale sottofinanziamento del servizio civile nazionale che lo rende un’esperienza per pochi, sarebbero invece necessari investimenti per almeno 400 milioni di euro;
– l’insidia delle lusinghe del "salariato sociale” e “le illusioni di alcuni enti e imprese di risolvere i loro problemi col lavoro dei giovani".
Sul servizio civile obbligatorio, se vengono condivisi gli obiettivi, rimangono tutte le perplessità sull’opportunità dell’introduzione dell’obbligo, accanto anche ai probabili e giganteschi problemi organizzativi, economici, istituzionali e giuridici. Per Palazzini comunque la proposta "presuppone la riforma della politica e della sua agenda" perchè un capitale sociale non si può costruire sull’obbligo e il suo invito è a "maneggiare con estrema cura e cautela questa ipotesi".
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