Il Bando nazionale del servizio civile è scaduto il 23 giugno, cominciano le selezioni dei giovani volontari, ma polemiche e riflessioni non accennano a terminare. Un primo chiarimento sui nodi più spinosi si avrà forse i primi di luglio quando alcuni dei principali Enti di servizio civile, che aderiscono alle Cnesc, incontreranno il Ministro della Solidarietà sociale, Paolo Ferrero.
"Non sono chiari i criteri che hanno portato all’esclusione di tanti progetti”, sottolinea Fausto Casini, presidente della Cnesc, annunciando una campagna di sensibilizzazione sul tema e un probabile nuovo bando straordinario promesso proprio dal ministro Ferrero. “In questo momento nessuno vuole avviare una comunicazione negativa – aggiunge Casini -. Speriamo che i ragazzi che hanno aderito a questo bando trovino servizi di qualità; attualmente il controllo è molto scarso, quindi chiediamo ai ragazzi stessi di esercitare un controllo sociale sui progetti a cui partecipano, con la loro effettiva ricaduta”.
"Ci vorrebbero almeno 400 milioni di euro – rilancia Licio Palazzini, responsabile di Arci servizio civile -, per avere circa 65mila volontari all’anno; tuttavia al problema delle risorse si affianca quello delle priorità, che per noi è l’educazione alla cittadinanza dei ragazzi, non la soddisfazione delle crisi di welfare, culturali e ambientali oppure delle necessità degli enti”. Gli fa eco Paolo Beni, presidente dell’Arci, intervistato su Vita (n. 25, 30 giugno 2006) sul boom di progetti approvati nel suo ente: “Vista dalla parte dei ragazzi il servizio civile è un’esperienza unica di cittadinanza attiva. Per l’Arci, invece, è, ed è stato fin dai tempi dell’obiezione di coscienza, uno strumento formidabile per la selezione dei suoi quadri. Questo tipo di approccio sul lungo periodo evidentemente ha pagato”. E si dichiara anche non entusiasta dalle proposte sul servizio civile obbligatorio.
Fabrizio Cavalletti (capo dell’Ufficio Servizio civile di Caritas Italiana), conferma invece che dal 6 luglio sarà possibile l’accesso agli atti di valutazione dei Progetti. “Vogliamo capire come sono state fatte le valutazioni, dato che il punteggio è costruito in base a una griglia; desideriamo comprendere la logica seguita, anche perché entro la fine di settembre dovremmo presumibilmente presentare i progetti per il 2007”. Per la Caritas è anche importante che non vengano trascurati gli aspetti qualitativi del servizio civile, come l’educazione alla pace e alla giustizia, l’attenzione alla cittadinanza attiva, da garantire e assicurare ai volontari su tutto il territorio nazionale.
Fonti:
Considero assolutamente ingiusta la chiusura delle esperienze di volontariato internazionale a chi abbia fatto un’esperienza a livello nazionale. Ancor di piú se si consideri che chi si accinge a intraprendere il servizio nazionale non abbia consapevolezza del fatto che prestare la propria azione come volontario chiuda automaticamente le porte di esperienze differenti e altrettanto importanti.
A cosa ti riferisci di preciso? Ci sono stati problemi con la candidatura?
Mi riferisco, nello specifico, al bamdo diffuso dalla caritas si Roma, destinato alla selezione di volontari per il Mozambico. Dopo avere inviato tutta la documentazione , mi é stato riferito che il documento attestante la mia esperienza di servizio civile in Italia mi escludeva automaticamente dal progetto, eliminando ogni possibilitá di parteciparvi. Al di lá del fatto che possa essere stata una mia distrazione al momento della lettura del bando e del regolamento che sottostá ad esso, non trovo niente di logico in questa situazione. L’esperienza in Africa sarebbe per me, come per molte altre persone che si sono giá dedicate al volontariato nell’ambito del servizio civile nel proprio Paese di origine, un momento del tutto diverso rispetto a quello giá sperimentato, che mette in gioco fattori altrettaqnto importanti a livello di esperienza personale e sociale. Inoltre mi chiedo:come é possibile rifiutare a priori VOLONTARI quando si continua a diffondere a gran voce la urgente necessitá degli stessi? Sono rimasta molto delusa, probabilmente se avessi saputo del’incompatibilitá fra le due esperienze avrei scelto quella internazionale.Grazie per la vostra risposta…
In effetti è uno degli elementi di discussione intorno ai cambiamenti alla legge 64/01: soprattutto per i progetti all’estero si ipotizza una diversa durata (due anni) o una loro ripetibilità. Purtroppo però per ora non è così. Oltre al SCI c’è anche quello Europeo, ci hai pensato? In bocca al lupo per la tua ricerca!