Servizio civile shock/2

L’UNSC ha fatto uscire una piccola rettifica all’ultimo bando nazionale, che porta il numero totale dei progetti a 3.163 e dei volontari a 45.248, ma la situazione degli enti promossi e bocciati cambia di molto poco e continuano le proteste. L’Ente nazionale sordi (Ens) e l’Unione italiana ciechi (Uic) hanno annunciato  per il 28 giugno, a partire dalle ore 10,30, un sit-in di protesta davanti a Palazzo Chigi contro la drammatica e drastica riduzione dei volontari del servizio civile.

Il G.A.V.C.I. di padre Angelo Cavagna, rimasto a zero progetti, ha avviato uno sciopero della fame e promosso un documento unitario degli Enti bocciati, subito sostenuto dal Mir e dal Movimento Nonviolento di Mao Valpiana, che dichiara a Vita (n. 25, 30 giugno 2006): “Abbiamo deciso di muoverci su tre fonti: uno istituzionale, con un ricorso al Presidente della Repubblica, e due politici: lo sciopero della fame che ha iniziato padre Cavagna e la richiesta di un incontro immediato con il ministro Ferrero”.
Polemiche anche sul fronte di altre associazioni, come Telefono Azzurro, Unione Italiana Ciechi e molte amministrazioni pubbliche, tra cui quelle della Sardegna.

E i “service”, chiamati in causa di recente? Si difendono e rilanciano. Per l’Amesci parla il presidente Enrico Maria Borrelli: "sconcertanti gli attacchi di alcuni enti", e Carmelo Cortellaro, presidente nazionale di “Proitalia”, in un lungo  comunicato
[PDF – 29 Kb] dichiara: “È comprensibile il disagio degli enti cui non sono stati approvati totalmente o parzialmente progetti. Non altrettanto comprensibile appare però scaricare su altri le proprie responsabilità e forse in taluni casi le proprie incapacità, facendo illazioni di vario genere tese a denigrare, consapevolmente o inconsapevolmente, chi invece lavora con professionalità e passione”. E ancora: “Una sana competizione, basata sul reciproco rispetto e fatta anche di confronto finalizzato ad un livellamento in alto e che coinvolga maggiori sforzi anche economici porta tutti gli enti a raggiungere risultati migliori e contribuisce a migliorare il mondo dell’associazionismo”. Sulla questione dei rapporti di intermediazione con gli enti pubblici conclude: “Siamo, evidentemente, contrari ad ogni forma di integralismo, sia esso di assoluto diniego anche indiretto per la partecipazione degli enti pubblici ed ovviamente contrari ad ogni tipo di esclusione formale e sostanziale dell’associazionismo in favore degli stessi enti. La nostra sinergia con gli enti pubblici è stata completamente a nostro carico”.

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