Servizio civile obbligatorio? Sì, no, forse/6

Lo scorso 25 novembre, sia Edo Patriarca (portavoce del Forum del Terzo Settore) che Fausto Casini (Presidente dell’ANPAS e della Consulta Nazionale Enti di Servizio Civile) sono tornati sulla proposta del servizio civile obbligatorio lanciata dall’esponente della Margherita on. Realacci.

Patriarca, con un articolo su Europa, esprime le sue perplessità sulla forma dell’obbligatorietà, perché potrebbe essere vissuta male dagli stessi destinatari della proposta, si tratterebbe invece di "creare, ora, le condizioni sul territorio, nella scuola, nella famiglia, affinché cresca la voglia di solidarietà" tramite una seria politica giovanile di educazione alla cittadinanza attiva e solidale. Come? Le proposte di Patriarca sono di:

  1. potenziare l’attuale Servizio civile nazionale;
  2. rilanciare la legge 285/97, tramite finanziamenti ai progetti "dei" giovani;
  3. finanziare ed estendere a tutte le scuole gli sportelli per il volontariato;
  4. tramite i Centri di servizi per il volontariato promuovere l’accompagnamento dei giovani al volontariato;
  5. potenziare la proposta del Volontariato europeo e dei progetti di cooperazione internazionale.

Casini, nella sua relazione di apertura al 49° Congresso nazionale dell’Anpas (Roma, 25/27 novembre), riparte dai problemi dell’attuale servizio civile nazionale tra cui quello cronico dei fondi: "E’ paradossale che uno Stato, in cui il diritto/dovere di difesa della Patria è sancito da un articolo della Costituzione, dichiari che questo diritto possa essere attuato attraverso il Servizio Civile, ma contemporaneamente lo vincoli agli stanziamenti annuali previsti in finanziaria". Nel merito della proposta dell’on. Realacci, pur apprezzata, essa è per Casini "una sfida che non è ancora sui livelli organizzativi, è una sfida che lanciamo a tutto il mondo politico, è una sfida che chiede un rinnovamento del ruolo di cittadinanza, è una sfida che chiede alla politica di riappropriarsi del proprio ruolo centrale di servizio e di ascolto dei cittadini, a una politica che ricerchi il consenso sui programmi e non su slogan o sfruttando tecniche comunicative o peggio ancora costruendo artificiosamente divisioni nella società tra i diversi portatori di interesse".

E in chiusura del Congresso, ancora su servizio civile: “Ne chiediamo – ha detto Casini – un rafforzamento: l’attuale situazione di precarietà specialmente economica non permette a noi, come agli altri Enti, di effettuare una pianificazione a lungo termine e di ampio respiro che lo renda davvero efficiente e di qualità".

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