Non è un Bando nazionale per i piccoli enti di servizio civile, quello che attualmente è in corso fino al prossimo 27 luglio, ed il loro “grido di allarme” si è già fatto sentire. Questo però non significa che i grandi enti, quelli di I classe per capirci, abbiamo vita facile: il taglio dei finanziamenti colpisce tutti più o meno indistintamente. Ma vediamo nel dettaglio i numeri.
Innanzitutto bisogna notare come gli enti di I classe siano quelli più presenti nella graduatoria nazionale: su 125 enti che hanno presentato progetti lo scorso ottobre, ne costituiscono quasi la metà, ossia 57. Seguono gli enti di II classe, con 34 presenze, quelli di III, con 27, ed una sparuta presenza di enti di IV classe, appena 7. Va anche premesso che, come ricorda l’ultima Relazione al Parlamento (pag. 128), il peso degli enti di I classe si fa sentire molto sulle sedi in Italia, dato che essi «detengono il 65,36% del totale delle sedi di attuazione di progetto (46.891) – cresciute del 23,9% rispetto al 2007 – e un numero medio di sedi di attuazione di progetto pari a 430 per ente».
Considerando poi che, almeno fino allo scorso anno, gli enti più grandi non avevano un limite di progetti presentabili, e che ovviamente possono contare su una struttura stabile di progettazione, sembra logica conseguenza che sulla graduatoria finale di finanziamento, il loro peso si faccia più sentire, come risulta dalla tabella sottostante:
Ma vale anche il contrario? Ossia un ente di I classe ha la certezza di avere i propri progetti finanziati? No, in tempo di ristrettezze economiche, anche tra gli enti più grandi quasi 1/3 non ce la fa, come dimostrano gli esempi di Focsiv, dell’Associazione Mosaico o dell’A.R.E.S.S. Fabiola e di molti altri, che quest’anno non hanno avuto nessun progetto finanziato in Italia:
All’interno poi del Bando nazionale, notiamo come i 17 enti finanziati, che aderiscono alla Cnesc (Conferenza nazionale enti per il servizio civile), coprano i 2/3 dei volontari. Se leggiamo però i dati degli ultimi tre anni, vediamo pure che la Cnesc, pur aumentando tra l’altro nel numero dei suoi membri con l’ingresso dell’Unione nazionale Pro Loco, dell’Avis e altri enti, sia diminuita anch’essa nel valore assoluto dei posti del 20% nel 2008 e nel 2009, in riferimento sia al numero totale dei posti finanziati che a quelli del solo Bando nazionale: