Arci servizio civile ha presentato oggi a Roma, alla presenza del sottosegretario al Ministero della Solidarietà sociale, Cristina De Luca, e del direttore dell’UNSC, Diego Cipriani, il suo 3° rapporto sul servizio civile: “SCN: un diritto da qualificare” curato dall’Istituto per la ricerca sociale (IRS) e riferito ai dati dei progetti dello scorso anno. Negli interventi seguiti alla presentazione sono emerse luci ed ombre del servizio civile a pochi giorni dall’uscita del nuovo Bando nazionale, annunciato per i primi di giugno.
La nude cifre, illustrate da Paolo Canino dell’IRS, danno le dimensione dell’attività di ASC che attualmente impegna oltre 3.600 giovani volontari e vede circa 1.800 soggetti locali accreditati. In linea con quelli dell’VIII Rapporto della Cnesc, a cui ASC aderisce, i dati hanno evidenziato pochi elementi critici, soprattutto per quel che riguarda la realizzazione dei progetti, e tutta una serie di punti forti a partire dal riscontro dei giovani e del ritorno dell’investimento fatto in termini di capitale umano e sociale per l’Ente e le istituzione.
Maurizio Ambrosini, sociologo dell’Università di Milano, è partito dai dati offrendo una serie di elementi di riflessione sul sc come formazione alla cittadinanza, e indicando per il suo futuro alcuni “mattoni” fondamentali:
– la presenza di responsabili preparati e di strutture dedicate,
– la cura dei progetti in atto, non solo sulla carta,
– ruoli chiari di governance tra nazionale e locale,
– la formazione come collante e propellente di tutta l’esperienza.
Licio Palazzini, presidente di ASC, approfittando della presenza della De Luca, è tornato su alcuni temi caldi del dibattito attuale all’interno del servizio civile nazionale, lanciando insieme delle proposte già presenti nel Manifesto di ASC. Tra le richieste quella di una revisione delle modalità di accreditamento, il monitoraggio pubblico degli Enti, un mandato preciso al gruppo di giuristi che getterà le basi alla riforma della legge 64/01, ed infine un impegno chiaro di investimento sul servizio civile in Italia e all’estero, proprio perché diventi quel “diritto” a cui si riferisce il titolo del rapporto.
Cristina De Luca non si è sottratta al confronto e ha provato a dare una prima risposta alle richieste e ai dubbi emersi. Ricordando l’impegno economico del Governo fatto nell’ultima finanziaria, ha precisato di non aspettarsi per i prossimi anni che lo stanziamento nel Fondo nazionale possa aumentare più di tanto. Ha tuttavia insistito sulla necessità di “fare un tagliando” alla legge 64/01 a partire da una riflessione più ampia sui giovani volontari e sugli Enti, che saranno studiati da una ricerca affidata al prof. Ambrosini. L’obiettivo è di arrivare entro l’anno ad avere delle prima indicazioni certe di riforma del servizio civile. Nel frattempo rimane alto lo sforzo dell’UNSC per garantire la qualità dei progetti con la loro valutazione e monitoraggio effettivo, per il quale è stata allestita un’apposita task force.
Per approfondire:
– leggi la sintesi
del Rapporto ASC 2006 [PDF – 200 Kb]