Varie Associazioni pacifiste, nonviolente e del servizio civile, tra le quali il Movimento Nonviolento e Amesci, hanno scritto ieri al Ministro per la Cooperazione internazionale e l'Integrazione con delega al servizio civile, Andrea Riccardi, per chiedere che termini la preparazione "militare" dei giovani volontari alla parata del 2 giugno. Intanto "Famiglia Cristiana" dedica un ampio appofondimento sul suo sito proprio alle discussioni provocate da questa iniziativa.
«Le nostre associazioni – scrivono gli estensori della lettera a Riccardi – da sempre chiedono che la Repubblica Italiana, fondata sul lavoro, non venga festeggiata il 2 giugno con quella che è di fatto una anacronistica e costosa parata militare». Dopo aver ricordato la disparità di trattamento, nonchè i recenti tagli ai finanziamenti per cui mentre «per la difesa in armi nel 2012 vengono stanziati 23 miliardi di euro, per il servizio civile 68 milioni di euro», i firmatari dell'appello sottolineano come «in queste ore le testimonianze che arrivano dagli stessi giovani ci dicono che si stanno formando per 13 giorni, presso strutture militari come la base di Guidonia e sotto il coordinamento di militari, per poter sfilare “in formazione”». «La difesa nonviolenta della Patria deve avere pari dignità e piena autonomia» affermano ancora. Per questo si rivolgono al Ministro Riccardi per «far interrompere immediatamente la formazione militare dei giovani e chiedere al cerimoniale della sfilata che i giovani partecipino semplicemente camminando, nel pieno rispetto delle Istituzioni presenti e della persona del Presidente della Repubblica. Altrimenti crediamo sarebbe meglio non esserci». «Siamo certi – concludono – che il Presidente Napolitano apprezzerebbe molto di più una libera, gioiosa, spontanea passeggiata giovanile, più vicina allo spirito che anima il Servizio Civile Nazionale, piuttosto che una ipocrita “camminata coordinata” da militari».