Il 13 novembre 1962, 50 anni fa, Giuseppe Gozzini, adducendo motivi religiosi, rifiutava di indossare la divisa
militare. Fu il primo caso in Italia, almeno ufficialmente, di un obiettore di coscienza “cattolico”. La sua
condanna provocò un clamoroso dibattito, di cui fu protagonista soprattutto padre Ernesto Balducci, a sua volta
processato e condannato per avere preso le sue difese.
Gozzini all’epoca non improvvisò la sua scelta. Come racconta lui stesso nel libro "Voci sull'obiezione", aveva
avuto modo di incontrare don Primo Mazzolari, padre Balducci, Aldo Capitini, e aveva fatto già esperienze con il
Servizio Civile Internazionale e il MIR. Alla domanda “perché non fai come gli altri”, rispondeva «che il Vangelo parla
chiaro, così come la storia della Chiesa dei primi secoli: c’è una tradizione nella Chiesa che rifiuta la guerra,
il servizo militare, anche con il martirio», come san Massimiliano di Tebessa. E sulla sospensione della leva
Gozzini, che è morto due anni fa, era netto: «O nel nuovo servizio civile nazionale c’è il sale della ribellione, dell’obiezione di coscienza… oppure diventa un impiego come tutti gli altri. […] Certo, rispetto profondamente le
motivazioni di chi fa questa scelta, se hanno dei valori forti che vogliono testimoniare anche grazie al servizio
civile. Il pacifismo radicale è chiamato oggi a costruire un progetto alternativo di società, con i giovani del
servizio civile in prima linea. Ma il germe della ribellione ci vuole, altrimenti ci ritroviamo a sfilare sui
Fori Imperiali con i militari…»