E' stato presentato martedì scorso a Bologna il monitoraggio sui 500 giovani impegnati nel
progetto di servizio civile nelle zone terremotate dell'Emilia Romagna, con l'intento di
analizzare "la motivazione, la soddisfazione nei confronti dell'esperienza e del percorso di
acquisizione di competenze nel contesto d'intervento". Il progetto è promosso dall'assessorato
alle Politiche sociali della Regione Emilia-Romagna con il dipartimento di scienze dell'educazione
dell'Università di Bologna e con il sostegno del dipartimento della gioventù e del servizio civile
nazionale.
Come ricorda in una nota l'assessore regionale alle Politiche sociali, Teresa Marzocchi, ha
sottolineato «l'importanza di alcune condizioni che si sono verificate dall'avvio del bando
straordinario per il Servizio civile, a partire dalla reattività dei giovani alla proposta,
confermata dall'altro numero delle domande presentate, dalle modalità' di gestione coordinata
degli enti privati, pubblici, locali e nazionali» e ha ribadito «la partecipazione integrata di
giovani italiani e stranieri, la contemporaneita' dei progetti di servizio civile nazionale e
regionale». «Ora – ha proseguito l'Assessore – vogliamo verificare gli esiti di quest'esperienza
sui giovani avvicinati e coinvolti nella proposta, sui soggetti pubblici e privati e, se
possibile, sulle collettività in cui l'iniziativa si attua. Lo sforzo vuole contribuire a ribadire
e rilanciare l'importanza del servizio civile volontario come esperienza di crescita dei giovani e
di impegno di cittadinanza attiva. Segnano, inoltre, il sostegno del Dipartimento per la gioventù
che apre lo sguardo oltre i confini territoriali e l'importanza del coinvolgimento dell'Università
a garanzia di un contributo terzo e caratterizzato scientificamente».