Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in una nota diffusa mercoledì scorso sul sito del Quirinale, sembra rispondere indirettamente alla lettera inviatagli da Rete Italiana per il Disarmo, Conferenza Nazionale Enti di Servizio Civile, Forum Nazionale per il Servizio Civile, Tavolo Interventi Civili di Pace e Campagna Sbilanciamoci per «segnalare che la Festa della Repubblica deve essere patrimonio di tutti gli italiani e di tutte le categorie di cittadini, non solo simboleggiata con la parata militare». Un confronto simile si è svolto ieri in Parlamento, quando si è discussa l'interpellanza urgente avanzata dai deputati di SEL, che chiedevano l'annullamento della parata militare e di destinare i possibili risparmi a finalità di carattere sociale (n. 2-00067).
Nel suo testo, citato anche alla Camera, Napolitano sottolinea come il 2 giugno sia «la festa di tutti gli italiani, che in quel giorno ricordano e riaffermano i valori democratici della convivenza civile che trovano espressione nelle varie forme della loro partecipazione alla vita sociale del Paese». «In questo contesto – continua il Capo dello Stato – la rivista militare del 2 giugno, che vedrà sfilare insieme lungo i Fori Imperiali formazioni armate e rappresentanze della Protezione Civile, del Servizio Civile Nazionale, dei Vigili del Fuoco e della Croce Rossa, lungi dall'essere un'anacronistica esibizione muscolare, è un giusto segno di attenzione che l'Italia rende ai quei tanti uomini e donne che ogni giorno servono il Paese per garantire la nostra sicurezza, lo rappresentano con onore nelle missioni internazionali di pace e intervengono, in ogni emergenza, per il soccorso alle popolazioni».