Su "Redattore Sociale" la notizia del crollo delle candidature alle elezioni della rappresentanza dei giovani in servizio civile, previste on-line nelle prossime settimane. Sono solo 90 infatti i candidati a delegati regionali, i primi che saranno eletti in ordine di tempo, rispetto ai 146 dello scorso anno. Ancora più netto lo stacco con i periodi precedenti, quando però gli eventi diritto erano in numero maggiore, e soprattutto con il 2006, anno delle prime elezioni, quando i candidati furono ben 590. E nonostante i ripetuti appelli della Rappresentanza nazionale uscente e la decisione dell'Ufficio nazionale del servizio civile di procrastinare la data di scadenza per le candidature, non si sono presentati giovani in Valle d'Aosta, nelle Province autonome di Trento e Bolzano, in Friuli Venezia Giulia e in Liguria, mentre hanno meno candidati dei posti eleggibili Piemonte e Toscana.
Per Massimo Paolicelli, Presidente dell'Associazione Obiettori Nonviolenti e storico rappresentante nella Consulta nazionale del servizio civile, questa «diminuzione di candidature da parte dei giovani è un segnale da non sottovalutare. Cancellare un organismo di rappresentanza come la Consulta nazionale perchè ha un costo, che tra parentesi è di poche migliata di euro, crea tra i giovani una disaffezione sul futuro del servizio civile». Paolicelli lancia poi un appello ai giovani a «continaure a credere al servizio civile a prescindere dal ruolo delle Istituzioni, perchè ce n'è uno ancora più fondamentale di cittadinanza attiva». «I giovani volontari – spiega Paolicelli – devono capire che organizzandosi possono tutelarsi in maniera migliore, ma soprattutto possono dare un futuro a quelli che verranno successivamente, perché trovino un servizio civile di qualità migliore rispetto a quello che stanno svolgendo loro, che comunque è un’ottima esperienza a prescindere dalle Istituzioni e dal Governo, che dimostrano di credere poco o per nulla in questo istituto».
Michele Masulli, Responsabile Politiche Giovanili dei Giovani Democratici, ricorda invece come «la Rappresentanza del servizio civile abbia una grande virtù, che è quella di essere elettiva, ma le percentuali di candidatura e di voto sono spesso molto basse». «Non credo rientri comunque in una sfiducia verso la Rappresentanza – spiega il giovane esponente del Partito Democratico -, anche alle elezioni universitarie le percentuali sono praticamente le stesse. Rientrano piuttosto in una sfiducia generalizzata verso la gestione specifica di queste modalità di partecipazione». «I delegati e i rapprentanti del servizio civile non hanno ad esempio un rimborso per le loro attività. Sono cose piccole, ma comunque indicative dell’attenzione che anche all’interno del servizio civile si dà ai volontari. Non è facile in Italia essere giovani in questi anni», conclude Masulli. [Fonte: Redattore Sociale]