"L'esperienza di servizio civile è incompatibile con quella di consigliere comunale?". La domanda arriva da Matteo Afker, giovane volontario in servizio civile presso il suo comune in Lombardia, che nel maggio scorso è stato eletto in Consiglio comunale all'opposizione per il "MoVimento 5 Stelle" e a cui ora viene contestato dall'Amministrazione comunale questo presunto "doppio incarico".
«Lo scorso 9 luglio – ci dichiara Afker – mi è arrivata una comunicazione in cui, citando un parere dell'Ufficio nazionale del servizio civile, mi viene imposta la scelta entro 10 giorni fra consigliere comunale e volontario. Sono stato eletto nell'ultima tornata elettorale e non credevo di avere problemi in merito. A quanto pare non è così!». «Il 10 luglio – prosegue – anche il Sindaco mi ha notificato lo stesso obbligo di scelta e il giorno successivo sono stato da lui insieme alla responsabile del Comune per il Servizio Civile: ha ribadito che una non-scelta attiverebbe l'art. 69 del Testo Unico degli Enti Locali (Contestazione delle cause di ineleggibilità ed incompatibilità), che porta alla decadenza del titolo di consigliere». Sulla questione abbiamo sentito il parere di Pierluigi Consorti, già Presidente del Comitato per la Difesa Civile non armata e nonviolenta (DCNAN), nonchè professore ordinario di Legislazione del Terzo settore all'Università di Pisa. «A mio avviso – ci dice Consorti – il giovane che è stato selezionato per svolgere un progetto di servizio civile ha il diritto di svolgerlo, e qui vale poco vedere chi sia il soggetto che conduce il progetto medesimo. Il rapporto che si instaura fra il giovane e l'UNSC è regolato dal "contratto di servizio civile", nel quale l'ente in un certo senso si configura come un terzo fra i due soggetti, dando vita ad una relazione giuridica – per così dire – triangolare». «Nel merito poi – prosegue – non capisco in che modo lo svolgimento delle funzioni di consigliere comunale – che sono di derivazione elettiva e non implicano alcun genere di rapporto di lavoro col Comune medesimo – possano configurarsi in termini di "controllo" verso lo svolgimento di un progetto di servizio civile presso il Comune medesimo. Tali forme di "controllo" sono attribuite all'OLP o ai funzionari comunali delegati allo scopo (o all'UNSC), e non certo ai consiglieri comunali in quanto tali. Le cose cambierebbero se un consigliere comunale fosse delegato dal Sindaco a seguire (monitorare, valutare, …) un progetto di servizio civile in cui egli fosse coinvolto come operatore. Sarebbe certamente poco opportuno. Ma in termini generali ed astratti tale incompatibilità non sussiste». «Nel caso specifico – conclude Consorti – chiedere di "optare" significherebbe aver ravvisato una causa di ineleggibilità non prevista dalla legge, e che va contro il volere popolare, e sono convinto che il giudice interessato non potrebbe non accogliere un eventuale ricorso».