Due settimane fa, il 2 giugno, si celebrava la Festa della Repubblica e 41 giovani in servizio civile partecipavano alla sfilata dei Fori Imperiali. Come ogni anno, la loro presenza ha creato un acceso confronto nel mondo del servizio civile e tra gli stessi volontari, che ora proviamo a ricostruire nei suoi passaggi fondamentali.
Tutto inizia il 23 aprile scorso con una "conference call" tra l'Unsc e i Rappresentanti nazionali dei volontari, con la quale si pianifica la partecipazione dei giovani in servizio civile alla sfilata del 2 giugno. L'Unsc ribadisce l'importanza di questa presenza, anche perchè com'è consuetudine è lo stesso Capo dello Stato a sollecitarla alle varie Amministrazioni civili nazionali. In quella sede la richiesta della Rappresentanza, poi accolta dell'Unsc, è di una presenza diversa rispetto agli anni precedenti, in particolare si propone di non usare le camionette militari, ma di sfilare a piedi. A maggio l'Unsc conferma questa opzione e che pertanto saranno 41 i volontari in servizio coinvolti. Si concorda inoltre che lo speaker della manifestazione presenti in maniera specifica il servizio civile come "forma di difesa della Patria con mezzi ed attività non armate e nonviolente", cosa che effettivamente avverrà, e che farà una riferimento alle sue difficoltà economiche, parte che invece sui Fori Imperiali salterà. L'Unsc si attiva quindi per reperire i volontari e li richiede telefonicamente ad Enti nazionali con sedi a Roma. Tutti i volontari contattati partecipano volontariamente, ma risultando a tutti gli effetti in servizio attivo. Un primo incontro di coordinamento tra la Rappresentanza e i volontari scelti avviene il 14 maggio a Roma. I ragazzi poi si recano presso la base aeronautica di Guidonia, che per la sua pista è usata per le simulazioni della parata, è lì si addestrano con personale militare per 13 giorni, a partire – secondo le loro dichiarazioni – dalle 5 del mattino, facendo poi la spola con Roma al termine di ogni giornata. E' da qui che scoppia il caso, con la pubblicazione sulla pagina ufficiale Facebook dell'Unsc delle foto dell'addestramento dei giovani. Iniziano così giornate di proteste e di precisazioni, che arrivano fino al 2 giugno, con la sfilata vera e propria che non fuga tutte le polemiche sul suo carattere "militare" e lascia ancora alcuni punti da chiarire, a partire dai reali costi sostenuti dall'Unsc e sulle modalità tecniche di coinvolgimento dei volontari per 13 giorni in attività non previste nei loro progetti di servizio.