I Vescovi chiedono di favorire volontariato e servizio per i giovani

«La società intera, non solo la Chiesa, dovrebbe favorire forme organiche di volontariato per tutti i giovani come tempo di tirocinio di vita personale e iniziazione alla vita sociale», un «volontariato come laboratorio di umanità aperta, e tirocinio mai concluso per una società solidale, fedele alle sue radici cristiane». E' quanto ha dichiarato ieri nella sua Prolusione alla 64ª Assemblea Generale dei Vescovi, in svolgimento a Roma fino a venerdì, il Presidente della CEI, S.Em. Card. Angelo Bagnasco.


Nel suo intervento il Presidente della CEI ha sottolineato come sia necessario «rompere il cerchio mortale dell’individualismo, che corrompe il tessuto sociale; ed è urgente ricostruire la “cultura dei legami” che si esprime nella famiglia, nel vicinato, nell’amicizia, nei luoghi del lavoro, nel percepire la società come parte di noi, così come ognuno, in una certa misura, è parte della società».  Per questo – ha proseguito – «è vitale riscoprire non solo individualmente ma anche culturalmente la lezione del servizio, che è scuola di attenzione a chi ha più bisogno, di accompagnamento, di sacrificio nel segno della gratuità: in una parola, del dono». «Quando si parla di servizio e di dono – ha precisato Bagnasco -, d’istinto si pensa ad alcuni ambiti, quello domestico, dei rapporti amicali, del tempo libero; senza dirlo, se ne escludono altri che appaiono assolutamente incompatibili. Ma siamo così certi che ambiti come la politica, l’economia, la finanza e altri, siano incompatibili con la dimensione del servizio? […] La più grande paura è solitudine, madre di ogni crisi; e la prima risposta è la compagnia buona degli altri. La gioia di servire  - ha concluso – non ammette confronti con il gusto acre dell’avere a scapito del prossimo, e invita a riscoprire il volontariato come laboratorio di umanità aperta, e tirocinio mai concluso per una società solidale, fedele alle sue radici cristiane».

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