Pagare per far partire prima i proprî volontari. Sembrerebbe questa, in sintesi, l'indicazione comunicata lo scorso 1° dicembre dall'Ufficio nazionale del servizio civile, con tanto di codice Iban per il versamento, che riguarda soprattutto quelle Regioni e Province autonome che hanno finanziato nel bando 2011 dei posti con proprî fondi.
L'idea tra l'altro era stata già paventata dalla Provincia aut. di Trento, che attraverso il suo Presidente aveva anche ipotizzato che «qualora il governo Monti non dovesse rivedere la decisione sui tagli, dovremmo valutare la possibilità di usare risorse della Provincia per finanziare i progetti già previsti sul nostro territorio per il 2012, per la quota parte dello Stato». Nella sua nota l'Unsc precisa che «fermo restando le incombenze previste dai precedenti “Avvisi” pubblicati sull’argomento, le Regioni e le Province autonome, nonché gli enti di servizio civile interessati dovranno chiedere formalmente all’Ufficio di avviare tutti o parte dei progetti finanziati con proprie risorse (specificando in quest’ultimo caso quali progetti avviare)». Inoltre dovranno «trasferire all’Ufficio Nazionale per il Servizio Civile l’intera somma occorrente per l’attivazione dei progetti medesimi prima che gli stessi vengono attivati. La somma effettivamente dovuta, ove si verificassero variazioni in diminuzione del numero dei volontari impiegati, sarà rideterminata al completamento del progetto, sulla base del numero e della durata di impiego effettivo dei volontari».
Intanto continuano ad arrivare all'Unsc le richieste di partenza dei volontari da parte degli enti, che si concentrano per ora soprattutto nei primi mesi dell'anno, da gennaio a marzo, anche nel timore che tempi troppo lunghi portino molti giovani a rinunciare al servizio (vedi Tabella).