Niente voto all’estero per i giovani in servizio civile

Niente da fare per il tentativo di aprire il voto all'estero anche per i giovani volontari impegnati nelle ong e nel servizio civile. Lo scorso 17 maggio infatti, il Senato ha approvato il Decreto legge del Governo (n. 2680) che regola le modalità di voto per i prossimi referendum del 12 e 13 giugno, aprendole ai militari e ai funzionari dello Stato all'estero, ma non ai volontari. Gli emendamenti in tal senso, avanzati in commissione dal PD, sono stati trasformati in ordini del giorno, che impegnano in futuro il Governo ad attivarsi per garantire questa possibilità. Ora il testo passa all'approvazione finale della Camera.


In Aula, il senatore Stefano Ceccanti (PD) ha spiegato che con l'ordine del giorno n. G2.1 «si chiede di considerare il lavoro dei volontari e del personale di organizzazioni non governative operanti nelle zone in cui si svolgono le missioni internazionali alle quali partecipa l'Italia equiparandolo al personale militare, dal momento che le missioni internazionali coinvolgono a vario titolo persone che svolgono un lavoro di importanza equivalente. A fianco del personale armato che opera nelle missioni internazionali c'è da considerare anche un lavoro di ricostruzione altrettanto importante e forse, sul lungo periodo, ancora più importante da parte delle organizzazioni non governative. Dal momento che già in quel caso il personale militare può votare, ci sembrava importante valorizzare il contributo di queste persone, che fanno il proprio lavoro a rischio e pericolo personale, anche sotto il profilo del voto al referendum per le prossime consultazioni referendarie». L'ordine del giorno approvato impegna il Governo «ad estendere nel prossimi provvedimento utile, analoghe agevolazioni ai volontari e il personale delle organizzazioni non governative che svolgano la loro opera negli stessi luoghi dove si svolgono le missioni internazionali cui partecipa l'Italia e che presentino una dichiarazione analoga a quella di cui all'articolo 2, accompagnata da una dichiarazione confermativa del servizio svolto da parte di un responsabile dell'organizzazione, presso l'ufficio consolare competente».

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