Ultima puntata del nostro approfondimento sul compenso dei giovani in servizio civile, questa volta dedicato alle ipotesi di cambiamento più recenti. Tra le proposte, quelle contenute nel testo di riforma del Governo attualmente fermo al Senato.
Nello specifico esso non indica una cifra, ma prevede di «ridisciplinare a parità di spesa gli emolumenti corrisposti ai giovani che prestano il servizio civile, adeguandolo ai diversi tempi di prestazione del servizio». Tempi che sarebbero rivisti al ribasso, riducendo la durata dei progetti a 9 mesi, l’orario di servizio tra le 20 ore ele 36 ore settimanali, per almeno 4 giorni (ora sono richiesti minimo 5 giorni e 30 ore di servizio settimanali). In linea con questa impostazione, sia il Sottosegretario Giovanardi che il Capo dell'Unsc Borea, si sono detti di recente favorevoli ad anticipare quella «"flessibilità oraria" con riduzione delle ore settimanali di servizio (da 30 a 24) e "conseguente" riduzione del compenso mensile». Decisamente contrari invece i giovani, che hanno votato a sfavore di questa opzione nell'ultima Assemblea nazionale dei rappresentanti. «La motivazione della nostra contrarietà – ha ricordato Corrado Castobello, Rappresentante dei giovani del servizio civile – è che non si trova affatto "conseguente" la riduzione del compenso mensile del volontario da 433,80 euro a circa 360. Nel 2001 il monte ore complessivo era di 1.200 ore (25 ore settimanali) per lo stesso compenso di 433,80 e nel 2006 il monte ore complessivo è lievitato a 1.400 ore (le attuali 30 ore settimanali) ma il compenso non è "conseguentemente" aumentato». Nel 2009 era stato invece il Presidente del Consiglio Berlusconi, incontrando i giovani in servizio civile del bando speciale per l'Abruzzo, ad ipotizzare di aumentare il compenso, portandolo a 500 euro mensili. (Fine, leggi qui le puntate 1, 2 e 3)