In principio dovevano essere 310 euro mensili, all'epoca 600.000 lire. Era questo l'ammontare del compenso per i giovani previsto nel disegno di legge n. 4408, quello che poi sarebbe diventato la legge 64/2001. Come si è arrivato a stabilire invece che fossero proprio 433,82 euro? In un piccolo speciale a puntate proviamo a ricostruire le tappe dei cambiamenti del trattamento economico del servizio civile e il dibattito, sempre in corso, su una sua rimodulazione.
Come dicevamo, la relazione tecnica associata al disegno di legge delega sul servizio civile [PDF], prevedeva originariamente un calcolo del compenso dei volontari «in rapporto al trattamento riservato al personale militare volontario in ferma annuale». La cifra, che derivava da una vera e propria formula matematica, era di 20.000 lire al giorno, ossia 10,33 euro, il 73% di quanto prendesse l'equivalente militare, ma comunque più dei 3,10 euro giornalieri che ricevevano gli obiettori di coscienza. Al mese, il calcolo è facile, facevano circa 310 euro. Fu il Direttore generale di allora, Guido Bertolaso, a stabilire in con la Determinazione del 18 Settembre 2001 l'importo di «lire 28.000 giornaliere, per 30 giorni al mese», ossia 840.000 lire che fanno appunto al cambio i 433,82 euro di oggi. Questa cifra non verrà subito indicata nel primo bando del 2001, lo sarà invece in quello successivo del 2002, e in quel periodo è ancora al lordo della ritenuta fiscale (18%). Dal 1° gennaio 2003 diventerà "al netto", com'è ancora oggi. Comunque si può affermare che, una volta stabilito in maniera autonoma, quell'importo è sempre rimasto costante dal 2001, nonostante variazioni al rialzo dell'impegno orario annuale e – si potrebbe aggiungere – di qualunque variazione dell'inflazione, che sicuramente in questi 10 anni ha eroso un po' del suo "poter di acquisto" (fine 1 puntata).