L'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia ha denunciato in questi giorni il rifiuto, da parte dell'Amministrazione di centrodestra del Comune di Rivarolo Canavese (TO), di concedere la sala consiliare per la presentazione del libro “Ho spezzato il mio fucile”, scritto da Alberto Trevisan, nel quale racconta la sua esperienza di obiettore di coscienza. L'iniziativa si legava al ricordo di Alerino Peila, citato nel libro e uno dei primi obiettori di coscienza d’Italia, arrestato e condannato nel 1972, scomparso tre anni fa.
«È una manifestazione di antimilitarismo – ha dichiarato a Radio Radicale il sindaco, Fabrizio Bertot – la mia amministrazione è da sempre vicina al nostro esercito e ai suoi ideali. La nostra è una scelta politica, non abbiamo nulla contro i proponenti. Il problema è nel merito dell’iniziativa antimilitarista che ci è sembrata fuori luogo». «Riteniamo questo un comportamento illiberale e antidemocratico – hanno replicato dall’Anpi -. Mettere all'indice i libri e attuare forme di censura è un atto di arroganza istituzionale. Non risulta infatti da nessun regolamento adottato dalla Città di Rivarolo Canavese che le iniziative che si svolgono presso la Sala Consiliare debbano essere per forza aderenti ai pregiudizi ideologici di chi governa la città». La presentazione del libro avverrà comunque a Rivarolo Canavese sabato 12 febbraio, presso il Teatro Oratorio di San Michele.