Il Sottosegretario alla Salute, l'on. Francesca Martini (Lega Nord), in una intervista di sabato scorso al quotidiano del suo partito "la Padania", ritorna sulla questione della quota del 20% ai disabili nei progetti di servizio civile, che lei vorrebbe su base regionale, e sulla "disparità" dell'assegnazione dei volontari tra nord e sud.
Da notare come l'on. Martini citi dati di due anni fa del bando ordinario, infatti nel caso dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti (UIC) nel bando in corso, se al sud la percentuale rimane del 63,6%, al nord sale al 18,4% (contro il 7% del bando 2010). Su questo aspetto aveva comunque già risposto un anno fa Tommaso Daniele, Presidente dell'UIC, in una sua lettera a "il Giornale". Daniele aveva citato i dati rilevati dalla “Relazione generale sulla situazione economica del paese 2008" del Ministero dell’Economia per ricordare come: «…i ciechi in Italia (titolari di assegno n.d.r.) sono 125.723, mentre i sordi sono 41.429. In entrambi i casi la concentrazione maggiore è al sud e sulle isole (rispettivamente 52.681 e 18.728 del totale)…». «Non c’è pertanto da meravigliarsi – spiega Daniele -, se i volontari del servizio civile, accompagnatori dei ciechi, vengono impiegati in maggior misura nel Sud d’Italia dove, come è noto, le condizioni economiche della popolazione non consentono una diffusa prevenzione delle malattie oculari». Inoltre «non va sottaciuto che ai ciechi, fruitori del servizio civile volontario, viene operata una trattenuta mensile di 93,0 euro sull’indennità di accompagnamento di cui essi legittimamente godono». Leggi tutta l'intervista all' on. Martini in formato PDF e la lettera di Daniele di un anno fa.
Cari amici,
vi segnalo due questioni di non poco conto.
1) i dati citati dal sottosegretario Martini, e riferiti alla suddivisione delle posizioni di servizio civile nelle varie regioni per i progetti di enti come UIC ed UNITALSI, riguardano il bando ordinario 2010, e non quelli di “due anni fa”;
2) la Martini interviene sull’annosa questione della “quota 20%” per i disabili gravi. Quindi non si tratta esclusivamente di ciechi o sordi, ma di TUTTI i cittadini che si ritrovano in tali condizioni (con patologie che vanno dalla distrofia muscolare al Parkinson, passando per il disagio psichico). Il problema è che, come mi hanno riferito alcuni studiosi del settore, pare non esista ad oggi in Italia un censimento ufficiale dei cittadini in tali situazioni (al massimo vi è il numero di chi percepisce assegno di accompagnamento, situazione che non esaurisce in sè il concetto di “disabilità grave”).
Cordiali saluti
Claudio Di Blasi
Gent.mo Claudio,
grazie delle precisazioni. Sulla prima questione era interessante comunque il confronto fra dati dei bandi, come abbiamo fatto nell’articolo, per indicare come ognuno faccia poi storia a sè. Sul secondo aspetto, in effetti c’è una necessità di chiarimento a monte a livello di istituzioni, per cui ogni quota percentuale proposta per il servizio civile rischia di essere oggi aleatoria.
Francesco