Il 13 maggio scorso è morto a Milano Giuseppe Gozzini, grande e storica figura del mondo della nonviolenza e dell'obiezione di coscienza. Nato nel 1936 a Cinisello Balsamo (MI), frequenta l’oratorio e l’Azione Cattolica e nell’autunno 1962, chiamato alle armi al Car di Pistoia, rifiuta di indossare la divisa militare a motivo della sua fede. Diventa così il primo obiettore di coscienza cattolico alla leva militare, mentre fino ad allora gli obiettori provenivano principalmente dal mondo anarchico, protestante o dei testimoni di Geova. Per quella scelta Gozzini subisce un processo marziale ed è condannato nel 1963 a sei mesi di carcere senza condizionale dal Tribunale Militare di Firenze. Di questa esperienza è lo stesso Gozzini a parlare in un suo articolo di pochi anni fa. Il suo processo ha una risonanza pubblica enorme, che porta ad una grande campagna per il riconoscimento giuridico dell’obiezione di coscienza, alimentata da decine di altri casi di obiettori (come Fabrizio Fabbrini). A favore di Gozzini prendono posizione, tra le altre, personalità come l'allora sindaco di Firenze, Giorgio La Pira, padre Ernesto Balducci (che per questo verrà condannato per apologia di reato) e don Lorenzo Milani. La prima legge sull'obiezione di coscienza e sul servizio civile arriverà solo nel 1972, 10 anni dopo la sua obiezione e 24 anni dopo quella di Pietro Pinna. I funerali di Gozzini hanno avuto luogo lo scorso 15 maggio e li racconta in un articolo Mario Pancera, mentre qui Giovanni Armillotta ricorda la figura di Gozzini.
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