Cresce il numero delle rinunce all’obiezione

Un articolo di Stefano Zurlo su Il Giornale dello scorso 15 settembre, riporta i dati aggiornati sul numero di persone che chiedono la revoca dello status di obiettori, secondo quanto previsto dalla legge 130/2007, che permette tale rinuncia passati 5 anni dal congedo. Dai 1.258 degli ultimi mesi del 2007, si è saliti a 3.189 nel 2008, per arrivare ai 2.957 dei primi otto mesi del 2009. In totale, quindi, 7.404 rinunce arrivate all'Unsc in questi due anni, che sui circa 700.000 obiettori che hanno svolto il servizio civile dal 1972 al 2005, è pari comunque ad appena l'1,1%.

La legge, voluta all'epoca da alcuni parlamentari e votata in modo quasi unanime, ha come scopo quello di permettere l'accesso, anche a chi si è dichiarato obiettore, ai concorsi nei corpi armati dello Stato nonchè di richiedere il porto d’armi per difesa personale, per motivi di lavoro o per attività sportive, ad esempio la caccia. Proprio il tema "obiezione di coscienza alle armi da caccia" è sempre stato problematico anche all'interno dei sostenitori dell'obiezione. Nei tanti anni di dibattito parlamentare della riforma della legge n. 772/72, ad esempio, non poche volte qualcuno dei favorevoli all'obiezione ammetteva la compatibilità obiezione-caccia, perchè un conto sarebbe sparare alle persone, un altro conto sparare ai volatili. L'uso delle armi è inoltre previsto in varie discipline sportive, nonchè in ambito veterinario. C'è poi sempre stato il caso (oggetto anche di sentenze della Corte Costituzionale) di quegli obiettori che, per ragioni professionali, devono maneggiare esplosivi e che per la legge sull'obiezione non potrebbero farlo. Leggi qui tutto l'articolo in PDF

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