Arci Servizio Civile contro la “mini-naja”

Con un comunicato diffuso oggi, Arci Servizio Civile, prende posizione contro la proposta avanzata dal ministro della Difesa, Ignazio La Russa, di un periodo di "mini-naja" aperto ai giovani italiani. «Si torna all’autoritarismo verso i giovani – dice Licio Palazzini, Presidente Nazionale di ASC -. Un mese per apprendere il rispetto della gerarchia, sentimento rafforzato dalle Forze Armate: ecco il messaggio culturale che il Ministro della Difesa lancia ai giovani». Per ASC, che concepisce il servizio civile nazionale come l’istituzione della Repubblica che forma i giovani alla pace e all’impegno civico, i veri motivi di opposizione sono due.

«Il fatto che, dopo i passi avanti compiuti in questi anni con il Servizio Civile Nazionale, la modalità non armata e nonviolenta di difendere il Paese, si stia cercando di tornare al monopolio, anche culturale, delle Forze Armate nella difesa della Patria e che, esattamente come chi interpreta il Servizio Civile Nazionale come uno strumento di welfare, nella proposta del Ministro della Difesa i giovani non siano affatto i principali destinatari dell’investimento pubblico.

L’obiettivo non sarebbe formarli all’autonomia, alla responsabilità, all’impegno civico e alla pace, ma farli diventare braccia per un’emergenza o, a seconda della Regione, per tappare i buchi del welfare, delle politiche ambientali e così via.

In questo modo le istituzioni ritornano ad essere autoritarie invece che autorevoli e si spreca l’investimento strategico di fare del Servizio Civile Nazionale e del Servizio Militare Professionale, due potenti, seppur diversi tra loro, fattori di crescita umana e professionale, di coesione sociale, di apertura alle diversità, di capitale sociale, di costruzione della pace».

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