Il servizio civile universale sia "un'opportunità" e "integrato con il percorso scolastico" e non un "affidamento ai servizi sociali", punitivo per i giovani. Lo chiede Enrico Maria Borrelli, Presidente di Amesci, intervenendo nel dibattito sulla proposta di servizio civile obbligatorio lanciata da "Vita".
«Va evitato che un eventuale servizio civile obbligatorio sia vissuto come punitivo dai tanti giovani - dichiara Borrelli – che, seppur dotati della volontà di impegnarsi in esperienze di impegno, in maniera sempre maggiore, sono costretti a rincorrere esperienze formative in un mondo del lavoro sempre più fluido e privo di riferimenti certi. Insomma, va evitato il rischio che più che come un’opportunità, il tutto sia vissuto come una sorta di affidamento ai servizi sociali, come pena alternativa per un reato che i giovani non hanno commesso». «Può invece servire – conclude – a rafforzare nelle giovani generazioni il senso di appartenenza alla comunità civica e sociale nazionale un’esperienza inserita nella più ampia cornice dell’ultimo anno di scuola superiore, da realizzarsi di concerto con gli uffici scolastici regionali e che operi in sinergia con le comunità locali».