ASC e AMESCI, su servizio civile e stranieri “occorre riforma legge”

L'apertura del bando di servizio civile ai giovani stranieri regolarmente residenti in Italia «ci sembra una soluzione ragionevole, che sana finalmente una palese ingiustizia, e crediamo che il governo debba assumere immediatamente tale iniziativa, consentendo ai ragazzi e alle ragazze che lo desiderano di dare il proprio contributo volontario alla crescita civile di un Paese che è anche il loro». Lo dichiarano in un comunicato [PDF] diffuso ieri ARCI E Arci servizio civile (ASC), che ora chiedono «una decisione in tempi rapidissimi visto che alcune organizzazioni stanno completando le selezioni per avviare i giovani il 7 Gennaio 2014».


«Emerge comunque – proseguono le due associazioni – il danno creato dall’assenza di iniziative legislative da parte della Ministra Kyenge. Avevamo infatti, assieme a molti altri, chiesto a suo tempo al Governo di eliminare la palese discriminazione contenuta nel bando, evitando così il ricorso alla magistratura che con la sentenza dimostra che avevamo ragione». «Chiediamo inoltre, a fronte delle decine di migliaia di domande presentate dai giovani entro il 4 novembre e a quelle che, aperte anche agli stranieri, ci saranno con l’eventuale riapertura del bando, che anche il Parlamento si attivi per riformare il Servizio Civile Nazionale», conclude il comunicato. Sulla necessità di una riforma si era espresso nei giorni scorsi anche AMESCI, che aveva chiesto tramite il suo Portavoce Nazionale, Francesco E. Gentile, che la Ministra Kyenge agisca «subito per accelerare una riforma in grado di dirimere tutti i nodi di fondo che minano la stabilità del SCN».

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