Bandiera (AISM): “un altro servizio civile è possibile”

Logo_aism_scn«Siamo convinti che l'istituto del servizio civile nazionale sia innanzitutto una scuola di
cittadinanza, uno strumento prezioso per diffondere senso di appartenenza alla patria e di
impegno civico. In quest’ottica, con il Servizio Civile si colpisce uno degli istituti più
importanti per la formazione di una coscienza civica nel nostro Paese». Lo dichiara Paolo
Bandiera
, Direttore Affari Generali dell'AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), in una nota sul sito dell'associazione.


«In tale scenario –
prosegue Bandiera – gli Enti di Servizio Civile affermano l’opportunità di rilanciare questo
straordinario strumento, che ha coinvolto circa 1 milione e trecentomila persone dal 2001 a
oggi».
La nota poi ricorda che «in occasione del quarantennale della legge sull'obiezione di coscienza
lo scorso 15-16 dicembre a Firenze – è stato condiviso da diverse associazioni, tra cui l’AISM
– un nuovo appello per salvare il Servizio Civile. Movimento Nonviolento, Forum Nazionale
Servizio Civile, Forum Nazionale dei Giovani, Sbilanciamoci, Forum Terzo Settore, Tavola della
Pace, MIR hanno infatti lanciato L'allenza per il futuro del servizio civile, un documento da
sottoporre alle forze politiche affinché sottoscrivano il proprio impegno in tal senso. Tra le
proposte condivise nell’appello: rendere più aperto e flessibile il SC, aprire ai cittadini
stranieri, innovare il quadro legislativo e stabilizzare quello finanziario».
Paolo Bandiera cita anche la recente proposta della Regione Liguria che sta sperimentando "un
Patto preliminare per la co-progettazione
" delle azioni degli enti, che "si propone come
modello sperimentale e replicabile per il rilancio del Servizio Civile".. «I valori base
fondanti il Servizio Civile – conclude Bandiera – ovvero integrazione, inclusione legalità,
promozione della comunità, trovano in questa sperimentazione un’opportunità per il prossimo
futuro, per tornare a considerare il SC come un bene collettivo di cui tutti siamo
responsabili».

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